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Il Pd affida a Zingaretti il mandato esplorativo

• da Libero del 6 gennaio 2010

di Brunella Bolloli

Si chiama mandato esplorativo, ma si legge discesa in campo. Almeno questa è l’ultima carta che un frastornato Pd del Lazio sta giocando nella partita per la presidenza della Regione Lazio. L’incarico di mettere insieme i pezzi e cercare la massima convergenza dei partiti opposti al PdL, cioè da Sinistra e Libertà all’Udc, è infatti da ieri nelle mani di Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, più volte corteggiato dai suoi per il dopo-Marrazzo. Malui deciso ha sempre detto no, «non lascio il mio incarico». A meno che non ci sia l’accordo totale, Udc in testa. E qui, infatti, sta il nodo. Quell’8% di consensi che il partito di Casini detiene nel Lazio, oltre a una fetta importante di potere nei palazzi, nelle aziende, sulle poltrone che contano. Insomma, l’Udc serve come il pane per vincere. Ma loro, che in Puglia hanno fatto una scelta di campo, nella Capitale sono ancora abbottonati. Nonostante le voci sempre più insistenti di un’intesa già firmata con il centrodestra della Polverini.
Sarà per questo che ieri mattina, spiazzando i compagni, Emma Bonino, leader dei Radicali, ha convocato la stampa per presentare la propria candidatura a governatore, con tanto di programma e possibili nomi in lista, da Mina Welby a Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, morto in carcere. Bonino ha anche lanciato un appello al Pd affinché sia compatto con lei ed è probabile che Zingaretti, nella sua attività di esplorazione del gradimento della sinistra, lavori per raggiungere un accordo suEmma. Ma mancherebbero comunque i voti dei centristi e loro erano stati chiari: o Zingaretti o niente. Ecco perché il fratello del commissario Montalbano si trova con una bella responsabilità da gestire, e alla fine è possibile che tocchi proprio a lui (che ora nega) il “sacrificio” dell’elezione contro Renata Polverini. Domani, di certo, si saprà di più. «Non ci sono in ballo vicepresidenze, assessorati o ruoli ai vertici, spiega un alto papavero del Pd laziale, qui è una questione di alleanze programmatiche e forse noi abbiamo sbagliato a non trattare prima con l’Udc. Poi, certo pesa pure lo scandalo Marrazzo...». Nona caso ieriAlemannohaincassato il plauso dei centristi proprio sul quoziente familiare: insomma, nel Lazio se PdL e Udc vanno insieme (come di fatto sono stati finora in Regione) per il Pd si prospetta una dura battaglia.
 



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