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Intervista a Renata Polverini: "Pmi e famiglie priorità per il Lazio"

• da Il sole 24 ore del 7 gennaio 2010

di Lina Palmerini

Lei è già in campagna elettorale. E può sfruttare il vantaggio competitivo di questi giorni visto che il Partito democratico ha lasciato campo libero, preso – com’è – a cercare il suo "governatore" attraverso la formula quirinalesca del mandato esplorativo. Invece, Renata Polverini, candidata del centro-destra per il Lazio, presidia già il terreno e nella giornata della Befana gira tra feste e piazze a stringere mani. Di fronte a lei, per ora, c’è la candidatura di Emma Bonino, «una persona di cui ho grande stima», dice, ma lei si fa forte del suo passato da leader sindacale dell’Ugl per cominciare una corsa scommettendo tutto sul programma economico.

Di cosa parlerà ai cittadini del Lazio?

La priorità, qui come dappertutto, è l’economia. Farò in modo che la regione esca dalla crisi nelle stesse condizioni in cui ne è entrata. Questo vuol dire dare sostegno alle imprese, ai redditi dei lavoratori e delle famiglie. Una delle mie battaglie da sindacalista è stato il quoziente familiare. Bene, nei limiti in cui questo è concesso dalle leggi e dagli strumenti regionali, mi impegnerò per sostenere le famiglie in base al numero dei figli. E il sostegno sarà anche sull’accesso a servizi come i trasporti e la sanità. Le famiglie sono state un efficace ammortizzatore sociale durante la crisi: è importante riconoscere loro questo ruolo anche dal punto di vista legislativo e finanziario.

Su cosa scommette il suo programma economico?

Le priorità del programma verranno elaborate con il contributo di tutti, non solo della politica. Coinvolgerò tutte le associazioni imprenditoriali, produttive, sociali, per selezionare le idee migliori. E ciascun impegno che assumerò avrà accanto i tempi in cui verrà realizzato. La priorità, comunque, andrà al lavoro e alle imprese. Soprattutto a quel tessuto di aziende piccole e medie che ruota intorno a un polo importante e strategico per la regione e il paese: quello dell’auto a Cassino. Nel momento in cui si ridisegna la mappa mondiale di questo settore, mantere il distretto meccanico intatto diventa una battaglia che travalica il confine locale. E ho in mente l’agroalimentare: sul territorio ci sono multinazionali importanti che stanno dentro una vocazione tutta italiana che può essere ulteriormente rilanciata. Il turismo è l’altra risorsa sottovalutata: c’è ancora tanto da fare.

La sanità è la prova del nove, da ogni punto di vista, per ciascun governatore. Come pensa di affrontarla?

La Regione non è solo rifiuti e sanità. Vorrei avvicinare i cittadini a questa istituzione e che la vedessero non solo come gestione di debiti o emergenze. Non parlerò più di sanità ma di salute. E dirò a tutti che il debito sanitario che eredito è un problema mio, non dei cittadini. Chiamerò intorno a me esperti che mi aiuteranno a creare un modello che si ispiri a quelli che funzionano: Veneto, Lombardia, Emilia. Forse non c’è nulla da inventare ma basta imparare dagli esempi migliori. È chiaro che per gestire il debito sarà necessario un risparmio, accorpare asl e centri di costo, creare un organismo che controlli la spesa.

I rifiuti sono una delle emergenze regionali, il Lazio corre rischi?

Sulla raccolta differenziata bisogna accelerare. Siamo in ritardo. Anche in una città come Roma i livelli sono ancora bassi: ora si sta cominciando nelle zone del centro ma l’obiettivo deve essere più ambizioso e per questo serve fare una battaglia culturale e di informazione.

Casini l’ha chiamata: la appoggerà?

Ci avvicinano molti temi importanti: la vita e la famiglia. Non sono cose che scopriamo adesso e, da sindacalista, ho sempre trovato un sostegno dell’Udc in Parlamento su battaglie come quella sul quoziente familiare. Mi aspetto una risposta presto, ormai la campagna è cominciata.

La sua avversaria finora è Emma Bonino: sarà una sfida pro o contro Vaticano?

No. Il Vaticano rivolgerà la sua attenzione su chi riterrà. Ma voglio raccontarle che, in tempi non sospetti, tutte e due ci dicemmo che se fosse toccato a noi avremmo parlato di problemi concreti. Emma ha la mia stima anche se su temi fondamentali la pensiamo in modo molto diverso.

Come si sente a essere bollata di "sinistra"?

Io parlo a tutti gli elettori ma è chiaro che la mia candidatura è dentro il centro-destra. È vero che il mio impegno sindacale, durato 27 anni, mi ha portato spesso a fare battaglie che ancora oggi – e troppo spesso – vengono collocate a sinistra. Ma, come dicevo durante le assemblee sindacali, il lavoro e i lavoratori non hanno colore.
 



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