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La Bonino riesuma i due forni democristiani Nel Lazio sta col Pd, in Lombardia lo sfida

• da Libero Quotidiano del 19 gennaio 2010

di Elisa Calessi

Capolista in Lombardia contro la coalizione che guida in Lazio. I radicali non sono imprigionabili da chicchessia. Illuso chi crede il contrario. Ma la strategia "casiniana" dei due forni, annunciata, ieri a. Milano, da Emma Bonino, ha lasciato basiti in molti nel Partito democratico.
L`esponente radicale, candidato presidente in Lazio per il centrosinistra, che sabato scorso nell`assemblea regionale del Pd ha ufficializzato la scelta, ha fatto sapere, infatti, che in Lombardia,
dove i Radicali si presentano da soli, sarà capolista nelle province di Milano, Bergamo e Brescia. Candidato per il Pirellone sarà Marco Cappato, presidente dell`Associazione Luca Coscioni. Bonino,
invece, guiderà le liste. Contro il centrodestra e contro il centrosinistra. Del resto l`ex ministro al Nord è conosciuta. Anche grazie al Pd che, alle ultime Politiche, l`ha candidata capolista in Piemonte. E l`alleanza con i democratici? E la campagna elettorale che dovrà fare nel Lazio come leader di tutto il centrosinistra? Bonino è serena: «E in corso con il Pd un patto di consultazione», ha spiegato, «quindi si valuterà insieme la situazione regione per regione». Ma di rinunciare a correre da soli, non se ne parta.

La scelta, dal punto di vista dei Radicali, ha una sua logica: la sfida in Lazio, nelle prossime settimane, darà a. Bonino e a quindi ai Radicali una grande visibilità. Perché non approfittarne? Oltretutto l`ex ministro alle scorse europee ha guadagnato 13mila preferenze solo a Milano. Non farà lo stesso in altre Regioni «perché», ha spiegato, «la legge non lo consente». Ma la lista Pannella-Bonino si presenterà da sola, contro destra e sinistra, anche altrove. In almeno quattro
regioni è già deciso. Oltre a Lombardia, in Toscana - dove sono addirittura in trattative con il PdL per candidare presidente il pubblicitario Oliviero Toscani in Puglia, dove si presenterà Maurizio
Turco e in Basilicata con Maurizio Bolognetti. Non che, in Lombardia, ha precisato Cappato, intendano far la guerra a Filippo Penati, candidato del Pd. «Ma riteniamo che soltanto in autonomia possiamo parlare ai tanti liberali e federalisti che, credendo a. Berlusconi, si sono sentiti traditi». Si può essere «amici, senza essere alleati». Solo che gli alleati non hanno granché gradito questa prova di amicizia. Dalla sede nazionale del Pd si preferisce non rispondere, ma l`irritazione è tanta. Si sono fatti sentire, invece, i dirigenti locali del Lazio, impegnati a preparare per il 24 gennaio una mobilitazione per la Bonino. Massimiliano Smeriglio, di Sinistra ecologia e libertà, l`ha richiamata ai
«principi di serietà e coerenza e al rispetto dei nostri elettori». Sarebbe «un clamoroso autogol», secondo Alessio D`Amato, consigliere regionale del Pd e coordinatore della mozione Bersani, «disperdere energie in altre regioni, a, fronte di una campagna impegnativa, come quella per il Lazio». E si è augurato prevalga «il senso di responsabilità, perché qui lei guida una coalizione». Pacato, ma chiaro il suggerimento di Giovanni Carapella, consigliere regionale e coordinatore della mozione Marino, che l`ha invita a «concentrarsi sul Lazio, che è una Regione enorme e bisogna, avere la forza di girarla tutta». Va all`attacco, invece, la rutelliana Alleanza per l`Italia che, in Lazio, non ha ancora deciso con chi schierarsi: «Si tratta di una, decisione grave, fuori luogo che rischia, di danneggiare pesantemente la credibilità della candidatura della Bonino nel Lazio», ha detto Sandro Battisti, «una regione che richiede una dedizione assoluta e non un part-time».
Mario Staderini, segretario dei Radicali, ha diffuso una nota a sera per precisare che Bonino è « pienamente impegnata nel Lazio con tutte le sue forze ed energie». Ma «sarebbe controproducente
rinunciare a rivolgerci ai moltissimi elettori, anche di centrodestra». E lo si può fare solo correndo da soli. Casini docet.



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