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Roccella: Ti ricordi di quel 24 marzo del 1974?

19 febbraio 2010

Il pomeriggio di domenica 24 marzo 1974 a Palazzo Cittanova, assieme a tantissimi cremonesi, c’ero anch’io. Era stata convocata la prima manifestazione radicale in difesa della legge sul divorzio, messa in discussione dal referendum abrogativo promosso dalle associazioni cattoliche integraliste. Fra gli oratori di quel giorno, oltre al segretario della LID (Lega per l’istituzione del divorzio) Mauro Mellini, c’era anche una giovane radicale, esponente di punta del M.L.D. (Movimento di liberazione della donna): Eugenia Roccella.
Dopo la grande vittoria referendaria del 12 maggio dello stesso anno, prese avvio la campagna radicale per la legalizzazione dell’aborto, l’unica strada in grado di contrastare efficacemente l’immondo aborto clandestino di massa e di classe, che costringeva le donne meno abbienti a ricorrere ai ferri da calza delle mammane mentre quelle che se lo potevano permettere si affidavano ai cosiddetti “cucchiai d’oro”, quasi sempre operanti in cliniche private a conduzione clericale.
Dopo quasi 36 anni, Eugenia Roccella torna al Cittanova per una manifestazione contro la pillola abortiva Ru486, la cui introduzione in Italia è dovuta all’iniziativa solitaria dei radicali e in particolare del coraggioso medico Silvio Viale. Ci son voluti dieci anni perché anche nel nostro paese si arrivasse ad alleviare costi e rischi dell’aborto con l’uso di un farmaco in luogo di un intervento chirurgico, ma la nostra Roccella non se ne dà pace: dolore deve aggiungersi a dolore anche per chi non ne vede la ragione mistica o politica che sia.
Finalmente un organismo scientifico italiano (autorizzazione AIFA del 9 dicembre scorso) ha preso atto di quello che la maggioranza dei Paesi dell’Unione Europea ha riconosciuto come un progresso a vantaggio dei propri cittadini, ma il sottosegretario di Stato Eugenia Roccella continua ad opporsi dando una prova dell’orientamento retrogrado di questo Governo.
L’aborto non è mai “facile” come affermano i promotori della manifestazione di venerdi prossimo; è sempre una scelta dolorosa ed il metodo farmacologico ne riduce semplicemente rischi e costi, è meno invasivo perché risparmia alla donna sia l’intervento che l’anestesia.
I radicali, e l’Eugenia Roccella di allora, legalizzando l’aborto, lo hanno drasticamente ridotto e ne hanno sconfitto le forme più cruente ed incivili praticate e coperte nella clandestinità alla quale l’Eugenia Roccella di oggi lo vuole nuovamente confinare.
L’uso della pillola Ru486, evitando alla donna pratiche chirurgiche invasive e pericolose, incoraggerà ulteriormente l’emersione dalla clandestinità tornata frequente tre le immigrate che si trovano ai margini dell’integrazione sociale.
 
 
Cremona, 17.2.2010
 
 
 
Sergio Ravelli
presidente del Comitato nazionale
di Radicali Italiani


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