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Carceri, Bernardini: buone le dichiarazioni del sottosegretario Casellati sull'affettività in carcere. Ora occorre convincere la sua maggioranza di Governo

7 aprile 2010

Dichiarazione di Rita Bernardini, parlamentare radicale eletta nelle liste del PD e membro della Commissione Giustizia della Camera
Non posso che condividere le dichiarazioni con le quali il sottosegretario Casellati ha posto il problema di come salvaguardare la vita affettiva delle persone private della libertà. Ho sempre pensato infatti che maggiore considerazione per chi è in carcere, non vuol dire minor sicurezza per chi sta fuori, mentre un regime detentivo che non offre alcuna possibilità di scelta al detenuto e che lo priva di ogni legame affettivo con la vita esterna risulta essere, invece, un fattore criminologico di notevole spessore, che spesso porta alla ricaduta nel reato. Per questi motivi nella mozione sulle carceri presentata in questa legislatura la delegazione radicale nel Gruppo del PD aveva chiesto al Governo di impegnarsi affinché ai detenuti e agli internati venisse finalmente concessa la possibilità di coltivare i propri rapporti affettivi anche all’interno del carcere, consentendo loro di incontrare le persone autorizzate ai colloqui in locali adibiti o realizzati a tale scopo, senza controlli visivi e auditivi. La maggioranza dei parlamentari, sia alla Camera che al Senato, previo parere contrario espresso dell’Esecutivo, ha bocciato questa proposta. Mi metto a disposizione dell’on. Casellati per convincere i suoi colleghi di Governo ad approvare una tale riforma di civiltà dell’ordinamento penitenziario.


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