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Carceri, Bernardini: Sono tornati i feroci e menzogneri riflessi demagogici pre e post indulto a favore di unumane e anticostituzionali carceri come discariche sociali

8 aprile 2010

E’ iniziato oggi in Commissione Giustizia in sede referente l’esame del DDL Alfano su arresti domiciliari e messa in prova. La sede legislativa che avrebbe assicurato un esame rapido del provvedimento era stata infatti negata sia dal PD che dall’IDV. Oggi anche la lega ha detto NO al percorso preferenziale proposto dal ministro della Giustizia Alfano per convincere la deputata radicale Rita Bernardini ad interrompere lo sciopero della fame portato avanti per 19 giorni nel mese di febbraio.
· Dichiarazione di Rita Bernardini, membro della Commissione Giustizia
“Mentre le agenzie diffondono la notizia del 18° suicidio in carcere dall’inizio dell’anno, in Commissione Giustizia i gruppi parlamentari del PD, dell’IDV e della Lega, hanno iniziato il tiro al bersaglio sul DDL Alfano che prevede gli arresti domiciliari per i detenuti che devono scontare meno di 12 mesi e per la messa in prova degli imputati per reati che prevedono una pena non superiore a tre anni. Trovo irresponsabile questa scelta dei gruppi parlamentari ai quali evidentemente sfugge lo stato di prostrazione della comunitĂ  penitenziaria di fronte al sovraffollamento record che ha abbondantemente superato le 67.000 unitĂ . Alla stato attuale gli agenti di polizia penitenziaria, cronicamente sotto organico, sono stati costretti a ridivenire “agenti di custodia”, incaricati essenzialmente di “custodire” i detenuti in celle che scoppiano, senza poter dare vita ad alcun tipo di trattamento rieducativo ai fini del reinserimento sociale. Anche se la Presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, ha dichiarato oggi di voler calendarizzare in aula il DDL in questione per il mese di maggio, con gli interventi di oggi, mi sembra riprendere fiato quel clima populistico che caratterizzò il varo dell’indulto del 2006 e gli sconclusionati e anti-scientifici commenti propagandistici che seguirono alla sua applicazione. Solo lo studio del Prof Giovanni Torrente dell’universitĂ  di Torino dimostrò, a tre anni da quel provvedimento di clemenza, che coloro che avevano usufruito dell’indulto avevano avuto un tasso di recidiva nettamente inferiore a chi sconta interamente la pena, il 28,45% contro il 68,45%.
Non comprendo l’atteggiamento autolesionistico del PD che avrebbe potuto rivendicare a se stesso il merito di aver indotto il governo a mutare atteggiamento rispetto alla politica di carcerizzazione fin qui seguita; certo, il DDL va modificato e migliorato, ma non dare il segnale di volerlo fare rapidamente di fronte alla tragedia in corso, apre la stura ai demagoghi che volentieri fanno l’economia dell’art. 27 della nostra Costituzione.”


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