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Merano: Zamparutti, Interrogazione su tragedia dovuta a frana

12 aprile 2010

Elisabetta Zamparutti, deputata radicale in Commissione Ambiente, nell’esprimere cordoglio alle vittime della tragedia dovuta al deragliamento di un treno nel meranese causato da una frana, ha presentato un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio, al Ministro delle Infrastrutture e a quello dell’Ambiente.
“Sono vicina a tutti coloro che hanno subito questa tragedia, avvenuta in una regione che risulta tra le maggiormente impegnate nella messa in sicurezza del territorio. Il che dimostra, con ancor maggior drammaticità, l’inadeguatezza di quanto si fa nel nostro Paese per prevenire disastri idrogeologici. Perché le frane oggi si possono prevedere ed è inaccettabile che continuino a morire persone in questo modo. Il Governo presenti quindi subito il piano straordinario per il rischio idrogeologico con le necessarie dotazioni finanziarie come da impegni assunti alla Camera dei Deputati con la mozione promossa dai Radicali e si doti delle tecnologie necessarie a prevedere le frane coinvolgendo i geologi in tutti i livelli della Pubblica Amministrazione. La messa in sicurezza del territorio è la “Grande Opera†che dal Nord al Sud serve al nostro Paese, per la quale occorre riconcepire tutte le spese per infrastrutture finora previste. Solo la cecità di una classe politica incurante della vita dei cittadini può continuare ad ignorare questa emergenza.â€
Segue interrogazione:
Al Presidente del Consiglio
Al Ministro delle Infrastrutture
Al Ministro dell’Ambiente
Premesso che:
lunedì 12 aprile il treno regionale R108, partito da Malles alle 8.20 e atteso a Merano alle 9.43, è deragliato, tra Laces e Castelbello, sulla linea della val Venosta che congiunge gli abitati della vallata con Merano, molto utilizzata da studenti e pendolari;
l'incidente è avvenuto alle 9. Poco prima un altro convoglio era passato nello stesso punto senza problemi;
 
dalle prime notizie risulta che nel deragliamento almeno 11 persone sono morte, ma il numero delle vittime potrebbe essere drammaticamente più alto;
 
numerosissimi i feriti che sono stati ricoverati in tutti gli ospedali della zona da Silandro a Merano;
 
l’incidente ferroviario risulta essere il più grave verificatosi in Alto Adige negli ultimi dieci anni ed è stato causato da una frana di cui va accertata la causa;
i vagoni sono finiti fuori dai binari dopo avere sbattuto contro una massa di terra e roccia che si è staccata dalle pendici e una carrozza è rimasta in bilico sul greto del fiume Adige. Il vagone in testa al convoglio è completamente distrutto, ricoperto dal terriccio e con tutti i finestrini sventrati. La parte frontale è finita contro due pini di alto fusto che hanno impedito che il treno precipitasse nel fiume;
la disgrazia è avvenuta in un punto dove i binari attraversano una stretta gola;
«È stata una questione di pochi minuti - ha detto il direttore della linea ferroviaria, Helmuth Moroder -. Poco dopo, alle 9.03, è passato il treno diretto a valle che è andato a finire contro la frana. Con tutta probabilità a far cadere la frana è stata la rottura di un tubo per l'irrigazione dei campi a monte della massicciata»;
il tratto, a binario unico, è gestito dalla società Infrastrutture Ferroviarie Alto Adige (Südtiroler Bahnanlagen, Sba) e la linea della val Venosta è una delle più moderne dell'Alto Adige, realizzata su un tracciato preesistente, è stata inaugurata nel 2005. Di prima mattina il servizio viene rafforzato, per far fronte alla maggior domanda di trasporto di lavoratori e studenti, mentre nei fine settimana i convogli circolano in gran parte in doppia trazione;
secondo quanto riferiva un articolo di Mario Tozzi su La Stampa del 3 ottobre 2009, in Italia avviene, in media, uno smottamento ogni 45 minuti e periscono, per frana, di media, sette persone al mese e dal 1918 al 2009, si sono riscontrate addirittura oltre 15 mila gravi frane;
il dissesto idrogeologico costituisce a detta di tutti gli esperti un’emergenza nazionale, come tale documentata dalla commissione De Marchi, per la prima volta in modo organico (nel 1966), in otto volumi in cui si suggerivano anche alcuni interventi indispensabili e ritenuti urgenti fino da allora a cui però non si è dato seguito nei corsi dei decenni successivi;
con la Mozione 1-00324 approvata all’unanimità dalla Camera dei Deputati il 26 gennaio 2010, il Governo è impegnato anche a presentare ed a dotare delle opportune risorse pluriennali il piano nazionale straordinario per il rischio idrogeologico;
le frane oggi come oggi, a differenza dei terremoti , sono prevedibili;
esiste infine nel nostro paese una cronica mancanza di tecnici geologi nella Pubblica Amministrazione e, in particolare, nei settori specifici di competenza, quali quelli preposti alla tutela e pianificazione del territorio;
si chiede di sapere:
quali sono le cause della frana che ha causato la tragedia nel meranese;
a quale punto sia la presentazione e la dotazione delle risorse pluriennali del piano nazionale straordinario per il rischio idrogeologico in Italia,
come si intenda rafforzare la strumentazione necessaria alla previsione delle frane su tutto il territorio nazionale;
come si intenda coinvolgere tecnici geologi in tutti i settori nella Pubblica Amministrazione attinenti alla tutela o comunque all’uso del territorio.
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