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Pagano a Repubblica: ma i radicali al Governo toglieranno la tassa della lingua inglese agli italiani.

28 aprile 2010

Caro Direttore, se il centro sinistra è emulo del “Tutto Inglese†come Berlusconi e la Gelmini non abbiamo l’ennesima dimostrazione di quanto inutile sia questa opposizione? Leggendo ieri le 3 pagine del suo giornale sul tema “L’Europa alla ricerca di una lingua†c’è da trasecolale per pressapochismo e scarsa preparazione dimostrata nell’affrontare un tema tanto delicato e coinvolgente la fine o meno d’interi popoli, la loro colonizzazione.
Si parla dei pochi spiccioli l’anno che costa la democrazia linguistica nelle istituzioni europee ma non si parla di quanto, il Tutto Inglese, porta nelle tasche della monarchia parlamentare britannica e di quanto costi agli italiani. Ebbene costa oltre 54 miliardi di euro l’anno, una tassa di circa 900 euro a testa (Ãron Lukács, 2007): questo è quanto paga direttamente o indirettamente ogni singolo italiano per la colonizzazione anglofona!
E la giustizia sociale? Perché mio figlio deve apprendere l’inglese e il figlio di un inglese non deve apprendere nessuna lingua? Perché gli inglesi sono furbi e gli altri un intero continente di fessi? Sembrerebbe di sì.
E le regole fondamentali di maggioranza e minoranza in democrazia? Completamente sovvertite: è l’87% degli europei che deve assoggettarsi ad apprendere la lingua del 13% di essi. E la libera concorrenza tra imprese europee in un mercato Tutto Inglese? Anche un cieco vede che favorisce i cittadini e le imprese madrelingua inglese. E se si va in contenzioso? E’ ovvio che un lingua madre inglese sarà avvantaggiato in partenza. E gli effetti del Tutto Inglese sulle altre lingue? La loro dialettizzazione e progressiva scomparsa: la fine della diversità bioculturale nel continente.
L’art. 4 del Trattato istitutivo dell’Unione europea dice che le azioni degli Stati membri e dell'Unione europea devono essere condotte «conformemente al principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza». Anche le lingue hanno un mercato. Ma se c’è il monopolio della lingua inglese, il mercato non c’è più!
E il monopolio nel mercato, in politica si chiama dittatura.
Questi sono solo alcuni dei motivi per i quali i radicali sono contrari al monopolio linguistico inglese e a favore della libertà del mercato delle lingue. Una volta al Governo toglieremo la tassa della lingua inglese agli italiani per introdurre la libertà dello studio della lingua straniera: arabo, cinese, esperanto, giapponese e russo incluse.
Ma il Partito radicale è l’unico partito ad avere, almeno dal 1992, una politica linguistica: gli altri la subiscono.


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