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Ricorso Bresso. Mellano: gli elementi emersi sono tanti e consistenti. Prevalga l?interesse comune e superiore alla verifica puntuale del rispetto delle regole
Emma Bonino porterĂ  la denuncia a Bruxelles.

7 maggio 2010

 

  • A seguito della conferenza stampa sul deposito dei ricorsi amministrativi sulle recenti elezioni regionali piemontesi, conferenza promossa da Marcedes Bresso e svoltasi questa mattina a Torino con la partecipazione del pool di avvocati coinvolti ( Piovano, Di Raimondo, Paoletti, Molinar Min) e con i rappresentanti delle forze politiche direttamente coinvolti dai ricorsi (Verdi, UDC, Pensionati), Bruno Mellano, Presidente di Radicali Italiani e coordinatore della Lista Bonino-Pannella per il Piemonte ha dichiarato:
 
Guardiamo con interesse e partecipazione all’iniziativa intrapresa dalla “presidente” Bresso con il deposito odierno del ricorso amministrativo. I temi, i toni, le parole e le argomentazioni usate da Mercedes Bresso in conferenza stampa e riportati nel ricorso illustrato sono condivisibili, preoccupanti e meritevoli di attenzione.
D’altronde noi radicali possiamo dire: lo avevamo detto!
Quando in una competizione elettorale non si rispettano le regole del gioco ed i vincoli alla partecipazione pesano solo su chi è fuori dalla gestione partitocratica del regime non si può parlare di elezioni democratiche e non si può pensare che la “politica” finisca per sanare i vulnus procedurali e di garanzia. Noi abbiamo tentato, in tutti i modi, di sollevare prima, durante e dopo il voto il velo di silenzio e di disinteresse che nasconde la deriva italiana.
Le nostre denunce, i nostri ricorsi, lo sciopero della fame e della sete di Emma, le iniziative nonviolente di molti radicali, le azioni di verifica e controllo in particolare sulle liste in Lazio ed in Lombardia, le richieste di accesso agli atti in molte realtà regionali hanno solo in parte svelato il meccanismo antidemocratico che si è andato perfezionando anche in questa tornata elettorale. Dalla fase di presentazione delle liste alla mancata informazione sulle procedure per le candidature, dalla cancellazione della campagna elettorale alla presenza strabordante di Cota nei Tg nazionali, dalla violazione delle basilari regole del gioco all’occupazione televisiva di Berlusconi nell’ultima settimana, gli elementi per una riflessione ed per l’attivazione dei “democratici” c’erano tutti e molto concreti, anche in tempi più utili: noi radicali avevamo chiesto il rinvio delle elezioni.
I casi esposti ora dalla Bresso sono elementi puntuali e peculiari che ben si inseriscono nella più generale e “radicale” denuncia da noi operata, non solo e non tanto per il Piemonte. L’Italia è diventato un paese che si divide e si appassiona per un rigore negato o per un fallo non segnalato (con tanti, fluviali commenti televisivi in prima serata di commentatori di ogni risma) ma che ha vissuto con fastidio e forse pure con ripulsa la denuncia dell’illegalità cronica dei procedimenti elettorali e di partecipazione democratica, e ha finito per ritenere inevitabile l’annientamento informativo di questa campagna elettorale.
Anche per questo, riteniamo utile e salutare l’odierno ricorso amministrativo (...e pure l’esposto penale sull’autenticazione delle firme dei candidati di una lista a sostegno di Cota ieri reso pubblico). Non si tratta di tifare pro o contro, a seconda degli interessi di parte contrastante: si tratta del comune e superiore interesse alla verifica del regolare svolgimento del gioco democratico. Noi radicali siamo da sempre convinti che “la forma è sostanza” e i rilievi emersi meritano senza dubbio di essere a fondo vagliati, per quanto riguarda la nostra lotta, che va ben oltre questa denuncia, Emma Bonino si recherà nei prossimi giorni a Bruxelles per incontrare la Commissaria Europea agli Affari Interni Cecilia Malmstrom per compiutamente illustrare la “peste italiana” anche alla luce di queste elezioni regionali. Speriamo che la scottatura subita dalla democratica Bresso la spinga ad essere sempre di più compagna di strada in un percorso difficile e forse impopolare, ma necessario e doveroso, e speriamo pure che il Partito Democratico piemontese sappia leggere con maggiore consapevolezza la nostra analisi del Paese, di cui questa vicenda è solo un capitolo, purtroppo non l’ultimo.
 
 


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