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Smog: bici-day. E. Zamparutti: serve piano nazionale anti-smog

9 maggio 2010

Elisabetta Zamparutti, deputata radicale in Commissione Ambiente e prima firmataria di un’interrogazione al Ministro Prestigiacomo sull’allarme smog, in occasione del bici-day ha dichiarato:

“La giornata si svolge a ridosso della trasmissione da parte della Commissione europea dell’atto che precede il deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia per l’assenza di interventi incisivi da parte del Governo volti alla riduzione di emissioni di CO2.
Non è quindi la giornata nazionale della bicicletta, come non lo sono le chiusure una tantum dei centri alle auto, quelle misure che l’Europa ci chiede.
Il Ministro Prestigiacomo dica quando e come intenda adottare una piano nazionale antismog nel cui ambito affrontare il tema della mobilità. I deputati Radicali hanno su questo presentato nei giorni scorsi un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente per capire cosa si stia facendo su punti che ci paiono imprescindibili per una seria soluzione del problema.”
 
 
Al Ministro dell’Ambiente
Al Ministro delle Infrastrutture
Al Ministro della Salute
 
 
Premesso che:
la Commissione europea sta procedendo contro l’Italia per il mancato rispetto dei limiti di inquinamento;
il “parere motivato” inviato il 5 maggio 2010 è un atto che precede il deferimento alla Corte di giustizia, aprendo pertanto la strada che potrebbe portare al “processo” e alla multe;
il nuovo commissario europeo all’Ambiente, Janez Potocnik, ha dichiarato: “l'inquinamento atmosferico continua a causare ogni anno piu' di 350 000 morti premature in Europa ed in Italia  sono ancora troppi i luoghi dove, per ogni 10 mila abitanti, più di 15 persone muoiono prematuramente solo a causa” delle polveri sottili”;
nell’estate 2008 la Commissione europea aveva approvato una nuova direttiva sull’inquinamento, che concede la possibilità di una proroga al rispetto dei limiti di Pm10 purché si dimostri un intervento incisivo per ridurre le emissioni;
lo scorso autunno la Commissione, per la mancata adozione di un piano nazionale antismog, aveva respinto quasi tutti i Piani regionali e comunali di risanamento dell'aria;
il rischio è il pagamento di centinaia di milioni di euro dal 2005 per le infrazioni in cui si è incorsi  in  Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, province autonome di Trento e Bolzano, Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia e Sicilia;
Si chiede di sapere:
in quale fase si trovi l’elaborazione del piano nazionale antismog;
se e quali misure si stanno considerando per ridurre la domanda complessiva di mobilitĂ  e della quota modale degli spostamenti autoveicolari;
se si prevedono misure di incentivazione di forme di mobilitĂ  sostenibile;
se e come si intende potenziare e ammodernare i servizi di trasporto pubblico locale;
se e quali misure di tariffazione della sosta e degli accessi si intendono adottare nei tragitti urbani maggiormente trafficati;
se e quale forma di incentivazione si intende sostenere per sistemi di trasporto condivisi, quali il car pooling, il car sharing e bike sharing;
se si intenda, e come, promuovere forme di coordinamento fra pianificazione urbanistica e dei sistemi di mobilitĂ  in funzione delle esigenze di socialitĂ , di sicurezza e di salute dei cittadini;
se e come si intende potenziare la rete di monitoraggio della qualitĂ  dell'aria;
quali politiche si intendono promuovere in materia di aree pedonali e trasporto merci;
se si stanno considerando tasse di scopo per la realizzazione di infrastrutture per la mobilitĂ  sostenibile, criteri di ripartizione del fondo nazionale trasporti e la destinazione dei proventi delle sanzioni per violazione codice della strada;
se e quali misure si intendono promuovere per incentivare l'efficienza energetica in ambito edilizio e se si intende stabilizzare la detrazione del 55% per gli interventi di efficienza energetica degli edifici;
se e come si intenda dare piena e completa attuazione del decreto del Ministro dell'ambiente 27 marzo 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 179 del 3 agosto 1998, con la previsione di sanzioni a carico degli enti pubblici e delle imprese che non hanno adottato il piano degli spostamenti dei dipendenti previsto dall'articolo 3 del medesimo decreto del Ministro dell'ambiente 27 marzo 1998, e non hanno disposto, ai sensi del medesimo articolo 3, la nomina del mobility manager, definito ai sensi dell'articolo 2 della presente legge.

 



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