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Libero Gugliotta: "Vittima di abusi"

• da Corriere della Sera del 13 maggio 2010

di Lavinia di Gianvito, Rinaldo Frignani

Sette giorni a Regina Coeli e ieri la libertà. Per Stefano Gugliotta il gip Aldo Morgigni ha stabilito che le esigenze cautelari non ci sono più. Nella richiesta di scarcerazione la procura ha scritto: la sua è stata «una reazione legittima a un atto arbitrario». II procuratore Giovanni Ferrara e il pm Francesco Polino si sono rivolti al giudice dopo aver iscritto nel registro degli indagati il poliziotto che ha sferrato a Gugliotta un pugno. L’agente si difende: «Ho temuto per la mia incolumità. Ho visto il ragazzo che era con lui in motorino con una stampella e l’ho scambiata per un bastone».
Anche il secondo poliziotto che appare nel filmato potrebbe essere indagato e i magistrati stanno valutando la posizione di altri due agenti. «Stefano è libero grazie al video e ai testimoni», sottolinea il difensore, Cesare Piraino: il giovane però resta sotto accusa per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale per gli scontri dopo la finale di Coppa Italia.
«Se venissero accertate responsabilità di uno o più appartenenti alle forze dell’ordine, il ministero dell’Interno si costituirà parte civile» è la promessa di Elio Vito, titolare dei Rapporti con il Parlamento, che ha risposto alle interrogazioni su Gugliotta alla Camera. Quando il giovane è stato identificato, ha riferito il ministro, sono emerse «denunce per rapina, lesioni e guida in stato di alterazione psicofisica per sostanze stupefacenti». Infuriati Idv e radicali.
«E sconcertante: Vito prova a gettare fango su un cittadino sequestrato dallo Stato», sostiene il segretario radicale Mario Staderini. In serata a piazza Melozzo da Forlì, a pochi metri dal luogo dell’arresto, è scoppiata la festa. Una cena a casa, con i genitori Mario e Raimonda, il fratello Federico e la fidanzata Flavia.
Lacrime e abbracci. «Sono felice. Quanta gente c’era ad aspettarmi fuori da Regina Coeli». Al bar risate e cori da stadio. Emozioni opposte a quelle provate al mattino. «Volevo fare lo sciopero della fame, non ce la facevo più». Una disperazione montata con il passare delle ore, affidata a una lettera di 4 pagine ai genitori: «Non sono un delinquente, su di me sono state dette frasi che mi hanno fatto male». La lettera è uscita dal carcere nel sacco di plastica dove Stefano ha infilato le sue cose, due telefonini «ma non l’orologio che mi ha regalato Flavia. Forse l’ho perso».
Poi, i progetti futuri: «Voglio tornare a lavorare, ma una delle prime cose sarà andare dal dentista per il dente che mi hanno rotto». Ad accompagnare Gugliotta verso la libertà, il senatore dell’Idv Stefano Pedica. «Andrai a vedere qualche partita?», gli ha chiesto un agente della Penitenziaria. E Stefano: «Per carità, non mi parlate più di calcio...».



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