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La nomenclatura non si accontenta delle auto blu, simbolo di successo politico: pretende la casa blu, senza la quale non si sente arrivata né abbastanza gratificata.
Forse è sempre stato così, ma adesso ci sono le prove che in effetti così è. Casa dolce casa. Per averne una a prezzo di realizzo sono tutti disposti a fare carte false, e le fanno, eccome se le fanno. Rischiano perfino lo sputtanamento. E qui possiamo dimostrare quanto la questione sia di attualità .
Esiste un elenco di notabili che si sono fatti ristrutturare l’appartamento dal costruttore Anemone, noto impresario addentro agli appalti pubblici, che nei loro confronti usava un trattamento di riguardo.
Non abbiamo la certezza che egli abbia agito in modo scorretto né che i committenti dei lavori siano stati agevolati perché lo aiutassero a concludere affari milionari con lo Stato. La lista però c’è ed è stata allegata agli atti necessari a portare avanti l’inchiesta giudiziaria. Occorrerà tempo per verificare chi abbia sgarrato e chi no. Comunque è già un indizio che un numero tanto elevato di uomini politici si sia rivolto allo stesso imprenditore, piuttosto generoso con la categoria, allo scopo di sistemare l’alloggio.
Mi pare che il discorso sia chiaro. Non abbiamo materia per accusare alcuno di aver commesso abusi o, peggio, reati. Certo è che la sensazione più diffusa al momento non è confortante: abbiamo il sospetto di essere stati presi in giro da gente astuta, capace di fare la predica etica a chiunque ma non di comportarsi in modo coerente, corretto. Siamo di fronte a uno scandalo in embrione?
Aspettiamo a dirlo. Ma affrettiamoci ad approfondire i fatti che adesso, valutati dall’esterno e in base agli elementi emersi, non promettono nulla di buono. In questi casi, chiunque a vario titolo sia coinvolto si affretta a smentire, dice di aver pagato regolarmente eccetera. Non è mai successo che un furbacchione abbia confessato di esserlo.
Mancino, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura (uno dei tanti clienti di Anemone), con tono indignato ha precisato di essere estraneo alla faccenda, e noi desideriamo credergli, come vogliamo credere a tutti coloro che dinanzi alle carte hanno gridato all’errore. Qui però si impone ben altro: una chiarificazione basata su documenti, cioè fatture saldate, Iva inclusa.
In mancanza di giustificazioni certificabili rimarrebbe il dubbio che la Casta abbia usufruito di favori in cambio di favori. Sarebbe un guaio grosso. La reputazione di gran parte della classe dirigente ne uscirebbe a pezzi. Gli italiani sono pazienti e comprensivi. Hanno digerito Tangentopoli nella consapevolezza che i partiti, non usufruendo all’epoca di finanziamenti pubblici, si arrangiavano rubacchiando qua e là onde tenere in piedi la baracca.
Oggi tuttavia i rimborsi elettorali sono cospicui ed eventuali ruberie sarebbero attribuibili soltanto alla mania di grandezza dei singoli uomini politici. Che nessuno riuscirebbe a perdonare. Specialmente in questo periodo in cui i cittadini sono chiamati a sostenere sacrifici e non sono quindi nello stato d’animo per comprendere le debolezze di chi, invece, dovrebbe fornire per primo esempi di moralità e sobrietà .
Tra alcuni giorni scoppierà il bubbone? Cari lettori, il bubbone forse è già scoppiato. Conteremo insieme i morti e i feriti, i ladri e gli onesti. Vi terremo informati.