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La vera storia di quell'elenco: una guerra tra 007 e GdF

• da Libero del 14 maggio 2010

di Franco Bechis

 

L’Anemone’s list ha quasi 18 mesi di storia sulle spalle. E’ finita in mano alla guardia di Finanza della provincia di Roma nel lontano autunno 2008, quando di Diego Anemone quasi nessuno aveva sentito parlare e le sue imprese erano assai lontane dalla ribalta giornalistica (nemmeno l’Espresso aveva iniziato le sue inchieste).
Fu allora, nel mese di settembre, che dal comando provinciale di Roma delle fiamme gialle, guidate da Andrea De Gennaro (fratello del più celebre Gianni, ex capo della polizia e ora comandante supremo dei servizi segreti italiani) partì l’ordine di una abbastanza routinaria verifica fiscale sulle piccole e medie imprese del settore edilizio. Ad ottobre toccò al groppo di Anemone: l’omonima impresa di costruzioni, la Redini srl 2002, la Keys systems, la Amps srl e la Tecnocos srl. Il malcapitato chiamò subito il suo commercialista di fiducia, Stefano Gazzani, a cui per altro erano intestate (insieme alla segretaria Alida Lucci) alcune quote societarie. La verifica fiscale è andata avanti a lungo, e a dire il vero alla fine del mese di marzo scorso non si era ancora conclusa. Tanto che Gazzani protestò a gennaio con il comando di Frascati e con il provinciale di Roma della guardia di Finanza. Durante la visita fiscale furono sequestrati anche interi faldoni di materiale, che i Ros di Firenze al momento delle perquisizioni del febbraio scorso avvenute lo stesso giorno dell’arresto della cricca, non hanno più trovato. Era dunque molto tempo che l’Anemone’s list era in mano alle fiamme gialle della provincia di Roma.
Dormiva tranquilla, forse incompresa, forse compresa fin troppo bene. In ogni caso nessuno l’ha trasferita ai magistrati che indagavano nemmeno dopo l’esplosione delle inchieste. E’ uscita e deflagrata
nelle ultime ore. Ed è un fatto che sia uscita da faldoni polverosi dove sonnecchiava proprio nei giorni in
cui si stava consumando il ribaltone al comando provinciale delle fiamme gialle di Roma. Il fratello di De Gennaro- è già stato ufficializzato- lascerà fra pochi giorni il suo incarico operativo e si prenderà un anno sabbatico di studio in un istituto del corpo. Dicono- ma questi sono certamente chiacchiericciche lo spostamento di incarico sia stato vissuto all’interno della Guardia di Finanza come una sorta di siluramento ad opera di un generale assai potente, come Emilio Spaziante, comandante interregionale dell’Italia centrale. Che Spaziante e la famiglia De Gennaro non si amino, è ben noto dentro il palazzo. E non solo perché con De Gennaro non è mai andato d’accordo un punto sicuro di riferimento per Spaziante, come il generale Nicolò Pollari. Il finanziere fu capo di stato maggiore del corpo all’epoca dello scontro frontale fra il comandante generale, Roberto Speciale e l’allora viceministro dell’Economia, Vincenzo Visco. Chiusa quella vicenda- in cui testimoniò a favore di Speciale- emigrò al Cesis come vice del servizio che stava trasformandosi.
Dopo poco arrivò sopra di lui proprio De Gennaro. I due non si presero affatto, anzi. Spaziante mandò il poliziotto a quel paese, dimettendosi dal servizio e ritornando in Finanza. Ma quello scontro bruciava, e prima o poi non pochi nelle fiamme gialle si sarebbero attesi una mossa. La vittima sacrificale era già predestinata: un De Gennaro sotto Spaziante proprio lì, a Roma. Così ritengono i chiacchiericci interni, che hanno fondato la possibile leggenda della tremenda vendetta di Spaziante contro De Gennaro anche su un altro recente fatto: la bocciatura- che ha fatto clamore- dell’avanzamento di carriera del generale Cosimo Sasso, il finanziere prescelto da De Gennaro per la vicedirezione del servizio segreto. Doveva passare da generale di divisione a generale di corpo di armata, quasi un atto dovuto dopo un anno al servizio. Così non è stato, e il tam- tam indica nell’antico scontro fra i due potenti il vero motivo che spiega.
Che c’entra tutto questo con la Anemone’s list? Secondo i retroscenisti del settore, non solo c’entra,
ma sarebbe proprio il frutto più avvelenato di quello scontro. E’ un fatto innegabile che la lista fosse
dormiente e che si sia risvegliata proprio in mezzo a quella tenzone. Quel che è più difficile è capire a quale dei due contendenti fosse più utile o dannosa la pubblicazione. Perché nell’elenco ci sono feriti dell’uno e dell’altro fronte: decine di indirizzi pubblici e privati di autorevoli ufficiali della Finanza, lavori in caserme e in stanze e sale del comando generale all’epoca di Speciale. Sembrerebbe un colpo tirato a Spaziante. Ma ci sono anche lo stesso Gianni De Gennaro, Nicola Cavaliere e Antonio Manganelli, come indirizzi e lavori fatti per la polizia nell’epoca di ciascun comando. E allora potrebbe essere un colpo tirato a De Gennaro. Il giallo resta dunque irrisolto. Ma ha molto a che fare con l’Anemone’s


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