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Cara Europa, con un certo stupore, qui in Molise, abbiamo appreso che il nuovo presidente della regione Piemonte ha disdettato il contratto di affitto per la sede di rappresentanza della sua regione a Roma: in nome dei risparmio, ha detto Cota, che governa una delle aree più sviluppate dei paese. Noi viviamo invece nell’area o in una delle aree più sottosviluppate del paese, il Molise appunto, ma di sedi di rappresentanza ne abbiamo addirittura due a Roma e una a Bruxelles. Da dieci anni la regione è in mano alla destra megalomane di Forza Italia, ora Pdl, ma nessuno osa intervenire, sia per l’evanescenza dell’opposizione sia perché a tanti piacciono le mucche da mungere. Così, andiamo avanti, anzi indietro, senza fiatare.
CESARE DEL DONNO, CAMPOBASSO
FEDERICO ORLANDO RISPONDE
Caro Del Donno, se non fiatate voi, chi dovrebbe fiatare per voi? Forse credevate di vivere in un’isola felice, e nell’isola felice si vive così: spendendo e spandendo e mettendosi il prosciutto sugli occhi per non vedere sperperi, droga, malasanità , devastazioni ambientali fin sulle montagne immacolate dell’alto Appennino (pale eoliche giganti come le vette). Ma procediamo con ordine. Lei dice: Cota ha disdettato il contratto d’affitto della sede di rappresentanza a Roma e noi invece ne abbiamo due. Francamente, non ho mai messo piede nelle vostre rappresentanze né in quella del Piemonte.
Non so se siano possibili i confronti. Leggo comunque nella Stampa di mercoledì 12 maggio, cronaca di Torino, che la sede del Piemonte in via Quattro Fontane, cioè a fianco al Quirinale (manco fosse la ministra Carfagna) è di 800 metri quadrati, una piazza d’armi, e il canone di locazione è di 366 mila euro l’anno. Può darsi che essa fungesse, come diceva la presidente Bresso, non solo da sede istituzionale ma da vetrina di rappresentanza del made in Piemonte. In ogni caso, giudicando a pelle, trovo che si tratti di un lusso anche per la regione-culla dell’unità nazionale, cui per questo va tutto il nostro affetto (come dice Emma Bonino, siamo o vorremmo essere un po’ sabaudi, anche alcuni di noi che non sono nati in Piemonte ma nel Sud). Ho tuttavia il forte timore che la Lega, che a Milano tollera interi grattacieli per gli uffici regionali, abbia fatto il bel gesto di Cota un po’ per voglia di buongoverno, un po’ o molto più per dimostrare ai leghisti che una regione settentrionale ridimensiona anche nelle rappresentanze i suoi
rapporti con Roma, l’odiata capitale dello stato creato dai piemontesi. In questo caso, quello di Cota sarebbe non un atto di buongoverno reale, ma di buongoverno apparente. Fumo negli occhi per allobrogi.
Quanto alla vostra regione, che spende e spande in sedi di rappresentanza per caciocavalli e altri prodotti (buoni) made in Molise, chiuderei perfino mezzo occhio se non mi trovassi, mentre scrivo, con una pagine di Repubblica sulla scrivania dove il Molise giganteggia per malasanità . È un primato che la piccola regione contende a Campania, Lazio, Calabria, Sicilia, malgovernate da destra e sinistra senza differenze reali: cosa che, forse, aumenta la sfiducia della gente, anzi l’indifferenza, visto che anche la sfiducia è un atteggiamento della volontà e come tale richiede un po’ di fatica (alla quale ci si sottrae volentieri). Così, leggiamo che se si entra in ospedale alle 20 del lunedì per un’operazione programmata, ci si gingilla per due giorni e mezzo prima di entrare in sala operatoria alle 10 del giovedì.
In Friuli e nelle Marche, invece, l’attesa è di 16 ore. Pensi lei ai soldi sprecati, tra cruciverba e chiacchiere con la comare del letto vicino. Leggo ancora che il Molise ha il primato dei parti cesarei (altro indicatore di malasanità ): il 62 per cento dei parti, contro il 23 del Friuli Venezia Giulia che si batte con Campania e Calabria per numero di ospedalizzati (290 per diecimila abitanti, contro i 90 del Piemonte). Eccetera. Credo che queste cose voi, che vivete nella regione, le sappiate meglio di chi vive altrove. Ma ritorno alla domanda iniziale, e mi scusi l’impertinenza: perché tollerate?