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Franceschini: governo d'emergenza. No di Bossi a Casini: è come Fini

• da la Repubblica del 17 maggio 2010

di Gianluca Luzi

 

Franceschini lancia a sorpresa l’idea di un governo di emergenza «contro un colpo di mano di Berlusconi» e l’Udc applaude. Cesa: «Finalmente qualcuno nel Pd si sveglia». Berlusconi, asserragliato ad Arcore (non appare in pubblico da diversi giorni causa indisposizione), circondato da una serie di inchieste che stanno mettono sotto pressione la cerchia più stretta dei suoi uomini, fa appello all’orgoglio di governo con un messaggio a una manifestazione dei Pdl a Palermo: «Gli italiani si fidano di noi. Andiamo avanti».
Ma nello stesso tempo, mentre pensa di inglobare Casini e l’Udc nell’orbita della maggioranza per
neutralizzare gli effetti della ribellione di Fini, il Cavaliere deve incassare il no di Bossi all’idea di portare l’Udc nel governo: «E’ un democristiano, tenersi alla larga», intima il Senatur. L’opposizione comincia a pensare che una strada per andare oltre Berlusconi ci sia. Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera, rompe gli indugi. Per un eventuale governo di emergenza, di unità nazionale, «che superi Berlusconi e vada oltre Berlusconi, sono pronto a fare qualsiasi cosa». Un’idea che fino a un paio di mesi fa sembrava fantapolitica ma che oggi è meno irreale di quanto possa sembrare. «Se succedesse - spiega l’ex segretario del Pd - che il governo arrivasse ad una crisi, o che Berlusconi decidesse che la crisi è troppo complicata, che ha troppe lacerazioni nel Pdl, che le vicende giudiziarie che stanno girando intorno alle
persone a lui vicine sono troppo complicate. Se decidesse insomma di fare un colpo di mano provocando le elezioni anticipate pur avendo la maggioranza, è chiaro che di fronte all’emergenza - di fronte al tentativo di Berlusconi di elezioni per portare ad una svolta autoritaria, liberarsi degli ultimi ingombri, di Fini e di quelli che gli danno fastidio e avere mandato totale - di fronte all’emergenza si dà risposta di emergenza».
«Frasi deleterie» per Bondi. «Dopo Berlusconi c’è solo il voto e ancora Berlusconi», gli fa eco Rotondi. Il messaggio di Berlusconi chiama a raccolta un elettorato che sembra smarrito - come dimostrano i sondaggi e i messaggi sul web- a causa degli scandali. «Gli italiani si fidano di noi, di un governo che raccoglie la loro esigenza di sviluppo, di libertà, di opportunità e che rende l’Italia protagonista in Europa
contro l’avanzata della speculazione sull’euro». Insomma, sostiene Berlusconi, «siamo il governo del fare» che «con profondo amore per il Paese» difende gli interessi del popolo. E il Pdl «è il vero protagonista nella democrazia del Paese e riesce, ad ogni elezione ad essere premiato dai cittadini». La porta aperta a Casini, però, non piace per niente a Bossi che lo dice chiaro e tondo. «Ho letto sui giornali
che Berlusconi vuole tirar dentro anche Casini. E quando c’era Casini tutti i giorni ne combinava una. È come Fini, tutti i giorni creava un pasticcio e frenava. Non lo so se è utile». Infine, per rendere ancora più chiaro il no a Casini, «bisogna stare attenti che non ritorni, altrimenti si passa dal male in peggio. A mio parere i democristiani è meglio lasciarli perdere».
Replica Casini: «La volpe diceva che l’uva era acerba perché non arrivava a coglierla».


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