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Radicali: Lettera aperta al Ministro dei Beni Culturali

17 maggio 2010

 

On. Sandro Bondi
 
Sig. Ministro,
abbiamo letto costernati la risposta all'interrogazione parlamentare n. 4-05813 sul Teatro Romano di Teramo e ci siamo convinti che non l'hanno bene informata sullo stato e la storia del pregevolissimo reperto archeologico.
E' per questo che le trasmettiamo questa lettera aperta, perchè Ella possa farsi un'idea compiuta.
Sgombriamo innanzitutto il campo sull'abbattimento della Chiesa di San Bartolomeo, che nessuno ha mai chiesto. Neppure durante l'epoca fascista. 
Le comunichiamo alcuni cenni storici: il Teatro, costruito alla fine del 1 sec. a. C., è uno dei primi in pietra dell'Impero, coevo del Teatro Marcello di Roma e dedicato ad un nipote di Augusto. Con una capienza di 1000 posti, riveste particolare importanza archeologica per la sua collocazione, a 30 metri dalle mura dell'Anfiteatro e nei pressi del Duomo. E' oggetto d'interesse di esperti di fama mondiale. Già studiato dai vescovi Campano e Ricci, tra il ‘400 e il ‘500, nel 1901 lo storico e archeologo Savini iniziò i sondaggi nei sotterranei delle casupole che nel frattempo erano state edificate sopra, al fine di rimettere a vista quello che si supponeva essere l'Anfiteatro.
Nel 1926, Savini accertò che la struttura romana nascosta dalle varie casupole era il Teatro Romano d'Interamnia. Per queste ultime fasi della ricerca scrisse una relazione che venne verbalizzata alla Regia Accademia dei Lincei, il 30 Dicembre 1926. Il podestà dell'epoca stilò un progetto per il recupero della struttura romana che prevedeva l’abbattimento delle casupole che vi insistevano sopra. A seguito di ulteriori sventramenti, con il consenso del Sovraintendente Edoardo Galli, competente per Marche, Abruzzo e Dalmazia, si scoprirono le mura ellittiche di cui parlava Irendlander, storico dell'arte tedesco.
Il Ministro Bottai, vista l'imponenza dei reperti, si recò personalmente a Teramo per i necessari sopralluoghi e stanziò 150.000 Lire nel 1938, per rimettere a vista il Teatro.
Ora, purtroppo, la notizia dei nostri giorni: la giunta regionale del Presidente Pace, centrodestra, stanzia con la delibera n. 1239 del 26 Novembre 2004, la somma di 1.240.000 euro per l'acquisto dell'ultima casupola che ancora insiste sulla cavea, per abbatterla e per il totale recupero della stessa. Invece la Sovraintendenza vi ha costruito dei contrafforti per il consolidamento della suddetta casupola, sotto la direzione dell'architetto Martella. E non è tutto perchè hanno intenzione di spostare le pietre, sempre del Teatro, per collocarle in altro sito. Ci viene detto per ripulirle.
Sig. Ministro, alla luce dei fatti che Le riportiamo e verificabili in loco e dagli atti pubblici che Ella cita è poco, a nostro avviso, parlare di uno scempio e di sperpero di pubbliche risorse. Un sito di questa importanza, citato da Plinio, Silo Italico ed altri, è possibile che venga cementificato? E per di più in alcune sue parti spostato in altro sito? E' ragionevole?  E perchè i fondi stanziati per l'abbattimento verranno stornati per fare altro? A chi giova tutto ciò? Non ai cittadini teramani che sono per il totale recupero.
Sig. Ministro, Teramo purtroppo è già stata depredata negli anni passati. Le facciamo solo due esempi: casa Antonelli del 300, per far posto a una casa popolare ed il Teatro lirico ottocentesco, perchè si costruissero i magazzini Standa. Ora con il Teatro Romano cosa si vuole fare?
Sig. Ministro, confidiamo e ci appelliamo alla Sua riconosciuta sensibilità verso il nostro patrimonio storico archeologico, affinchè si torni al progetto originario del totale recupero del Teatro Romano di Interamnia e si sventi questo delitto ai danni dell'umanità intera.
Sig. Ministro, La ringraziamo del tempo e dell'attenzione che certamente vorrà dedicarci e soprattutto dedicare all'intero recupero del Teatro Romano di Teramo.
Cordialmente,
Elisabetta Zamparutti, deputato Radicale componente Commissione Ambiente della Camera dei Deputati

Renato Ciminà, Presidente Liberali Teramani



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