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Il fedele Casini

• da Il Foglio del 18 maggio 2010

 

La data sembra scelta apposta per mettersi al centro dei mille ruscelli della politica cattolica italiana, ma è anche un po’ spericolata. Giovedì 20 maggio infatti, mentre a Todi si riuniranno gli amici di Pier Ferdinando Casini alla ricerca di una nuova formula per un partito di centro che abbia la capacità seduttiva verso il mondo ecclesiale ma senza più nostalgie postdemocristiane, a Roma inizierà l’assemblea plenaria del Pontificio consiglio per i laici, titolo "Testimoni di Cristo nella comunità politica", dove i soli politici chiamati a parlare sono Roberto Formigoni e Savino Pezzotta. Ma dove soprattutto a chiudere i lavori arriverà Benedetto XVI, un Papa che ai politici cattolici non le manda a dire, a partire dal discorso in Sardegna di due anni fa sulla "necessità di una nuova generazione di politici". Poi, lunedì 24, sarà il cardinale Angelo Bagnasco a prendere la parola per la prolusione all’Assemblea della Cei. Il presidente dei vescovi nei giorni scorsi ha pronunciato parole importanti sulla nazione e l’Unità d’Italia. Il suo intervento, con molta probabilità toccherà i temi sociali e sfiorerà anche la politica. Da tempo del resto la chiesa riflette su quella che in gergo ecclesiale viene definita "l’individuazione di un percorso politico che vada oltre la crisi della politica". La scommessa, per Casini, sta nell’anticipare senza fughe in avanti quella che diranno i suoi due massimì interlocutori. Scommessa difficile.
Per la gerarchia vale sempre il principio che le iniziative politiche sono autonome, e ognuno ne ha piena responsabilità. Lo schema bipolare è inoltre ancora considerato il migliore per garantire la libertà e gli interessi della chiesa. Caso mai, si fa notare, il bipolarismo è azzoppato sul lato del Pd, che dopo l’uscita della pattuglia ruiniana dei "teodem", non dà affidabilità.
Ma le ultime regionali, e il caso Torino soprattutto, dove l’Udc si è schierata con i Radicali, hanno lasciato un vulnus. Così il tentativo di Casini non è guardato negativamente, ma nemmeno apertamente sostenuto.
Del resto, i più recenti segnali per Casini sono quantomeno ambivalenti. Il leader dell’Udc - o di quello che potrà essere in futuro - sa bene che l’ultima volta che la gerarchia si è spesa, seppure in modo ufficioso per lui è stata in occasione delle politiche 2008 con l’endorsement al Tg1 di Dino Boffo, allora direttore dell’Avvenire: "A me pare, per gli umori che raccolgo, che sia interesse dei cattolici, e che possa essere interesse anche dello stesso Polo - disse che sia salvaguardata la persistenza di un partito che fa direttamente riferimento alla dottrina sociale cristiana". Da allora basta. E ora da soli. I segnali più recenti della gerarchia suonano piuttosto evidenti. L’apprezzamento per il Pdl non è venuto meno nemmeno nei giorni bui del caso Baffo. Il segretario di stato Tarcisio Bertone nei mesi scorsi è stato in visita alla corrente formigoniana del Pdl e ha ricevuto i vertici leghisti, e il Papa addirittura Giulio Tremonti.
Monsignor Rino Fisichella - domenica in piazza San Pietro con la pattuglia inter-partitica che al cappellano di Montecitorio fa riferimento -- ha rilasciato interviste complimentose perla Lega. Il pensatoio dell’Università Cattolica resta monolitico sulla linea culturale dettata a suo tempo dal cardinal Ruini, che dovrebbe uscire riconfermata nelle imminenti elezioni del Senato accademico.
Dalla parte di Casini e soprattutto di Savino Pezzotta - che degli interlocutori di Todi è quello dotato del maggior rapporto diretto e del miglior feeling con settori vasti del mondo cattolico di base - gioca comunque un certo "mal di pancia ecclesiale", come viene definito da vari osservatori.
Un malessere intercettato soprattutto al nord, dove la polarizzazione del voto cattolico, a tutto favore del centrodestra, è più marcata, Pezzotta è stato protagonista di un percorso che dal convegno di Verona del 2006 era giunto al Family Day. Ma che poi si è spampanato proprio per l’insistenza sull’ipotesi centrista. Tutto da valutare anche quanto mondo cattolico porteranno in dote Paola Binetti e i transfughi dal Pd. Casini conosce bene la curia, spera di aver scelto il momento giusto per ottenere qualche sostegno esplicito.



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