Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mer 11 set. 2024
  cerca in archivio   RASSEGNA STAMPA
Laici furiosi? No, laici

• da L'Unità del 19 maggio 2010

di Bruno Gravagnuolo

 

La polemica tra Il Mulino e Reset tra «laici furiosi» e «laici accomodanti», a partire dal pamphlet Rizzoli di Giancarlo Bosetti su Il fallimento dei Laici furiosi. Da un lato Bosetti, direttore di Reset, ha accusato gli intellettuali ossessionati dalla «minaccia clericale», colpevoli di non comprendere la società «post-secolare» e di restare inchiodati a un conflitto vetero-liberale tra Stato e Chiesa. Dall’altro al Mulino, con Piero Ignazi, Gian Enrico Rusconi e Mauro Barberis, si replica che la laicità è sul serio in pericolo con questo Papato. E che la proliferazione diffusa della «religiosità» non autorizza cedimenti «post-secolari», dinanzi alle invadenze della gerarchia. Replica poi Bosetti: guardate Obama, da laico non teme cedimenti e fa compromessi sull’aborto. Chi ha ragione?
Vediamo. Senz’altro il «post-secolare» è un dato: dalle sette evangeliche, ai fondamentalismi, al nuovo ruolo egemonico della Chiesa cattolica. Dopo la crisi delle ideologie. La secolarizzazione ha al suo interno anche il post-secolare: esigenze di senso esistenziale, appartenenza, identità e tutela psicologica di massa. Giusto quindi capire, dialogare e riassumere nel registro civile anche ispirazioni valoriali religiose. Un filtro laico questo teorizzato dall’ultimo Habermas. Che però ha da essere filtro vero, non colabrodo. Sicché il tema di una laicità forte, e in grado di fare da filtro razional-democratico esiste, nella «Comunicazione universale libera da dominio», per dirla sempre con Habermas. Perciò ci sono cose indisponibili e invalicabili, in senso laico. Il pluralismo di tutte le fedi religiose e senza privilegi. La libertà degli stili di vita. Le unioni civili. Il diritto a scegliere la migliore tecnica fecondativa. La facoltatività dell’insegnamento religioso, senza superiorità curricolari del cattolicesimo a scuola. Infine la difesa da ingerenze clericali, come quella che ha colpito la Bonino. Dialogo? Sì, ma con regole e valori laici. Forti. Anche per salvare la pluralità del «religioso». Obama? Fa compromessi, ma la sua è una religione civile. Laicissima.


IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail