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Può anticipare la pensione chi cura un parente disabile

• da Avvenire del 20 maggio 2010

di Roberta D'Angelo

 

Bambini o anziani, disabili dalla nascita o per problemi sopraggiunti negli anni: la più grande fortuna di un portatore di handicap «è avere una famiglia che i prende cura di lui». Le parole di Carmelo Porcu, parlamentare del Pdl, risuonano nell’aula di Montecitorio dove va in onda uno spettacolo nuovo. La legge per il sostegno alle famiglie dei disabili è lì per essere approvata, malgrado il parere negativo della Commissione bilancio perché mancherebbero le coperture di spesa. La battaglia politica si è già consumata il giorno prima, con il testo inserito nell’insieme di provvedimenti che non riescono a vedere la luce per problemi di costi. Nell’emiciclo è il momento di andare al cuore del testo. Ovvero al cuore delle famiglie che si prendono cura dei parenti portatori di handicap, nel silenzio quotidiano delle mura domestiche. La fortuna del disabile è quella di avere una famiglia. Il dramma della famiglia è quello di essere sola. La legge cerca di dare una risposta a nome di uno Stato che vuole farsi presente, come può.
L’aula mette ai voti un testo frutto della sintesi di quindici anni di lavoro bipartisan. Ognuno ha dato il proprio contributo, e il risultato è 465 voti a favore e un astenuto. Un plebiscito definito da tutti «una rivoluzione», in favore di una struttura - la famiglia - che viene riconosciuta come «il punto di riferimento principale di cui il disabile ha bisogno», spiega dall’Udc Paola Binetti. «In sostanza si sposta l’attenzione dal disabile a chi si prende cura del disabile, vale a dire la struttura famiglia con la sua generosità incondizionata».
Una convinzione unanime che porta la parlamentare pd Maria Antonietta Coscioni a ritirare gli emendamenti che avrebbero equiparato le coppie di fatto alle famiglie. «Oggi la Camera ha scritto una bella pagina nella storia dei suoi lavori», scandisce dal Pdl Beatrice Lorenzin, che spiega le misure della legge, con la quale si riconosce ai familiari del disabile la possibilità di andare in pensione con cinque anni di anticipo rispetto ai termini di legge qualora abbiano assistito per 18 anni un parente handicappato grave. Un’agevolazione che per ora non riguarderà i dipendenti della scuola, per i quali il capitolo sarà riaperto in un secondo momento. Per i dipendenti pubblici è previsto l’esonero dalla prestazione lavorativa, con il 70% dello stipendio.
Una differenza di trattamento da sanare, spiega dal Pd Luigi Bobba, che parla comunque di «riconoscimento delle cure di più di 110 mila famiglie». Il diritto all’anticipo della pensione «è un modo concreto delle istituzioni di venire incontro a chi deve fare fronte a gravi situazioni di disagio. Ora toccherà al Senato mettere mano a quelle parti che sono chiaramente insufficienti». Non sarà un lavoro facile, come fa presupporre l’approvazione dell’ordine del giorno, contro il parere del governo, impegnato a trasferire ai comuni le risorse per i disabili. Starà al ministro Tremonti, che promette la lotta ai falsi invalidi, reperire fondi nella manovra. Di fatto la legge non vincola, ma se passerà sarà lì pronta a divenire operativa.


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