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Santoro, polemica sulla buonuscita

• da la Repubblica del 20 maggio 2010

di Leandro Palestini

 

Il day after per Michele Santoro ha un sapore amaro. Dal web i suoi fan i sentono traditi dall’ipotesi di accordo con i vertici Rai per una ritirata strategica dal campo di battaglia (uno scivolo milionario contro l’abbandono di Annozero), bilanciata da una più quieta collaborazione per le docufiction da piazzare
su Raitre. Dal mondo politico arriva uno tsunami di reazioni negative alla «separazione consensuale» architettata dal direttore generale Rai, Mauro Masi. I politici attaccano per le somme da capogiro che Santoro intascherebbe di buonuscita (2,1 milioni per tre anni di stipendio, ma la Rai arrotonderebbe a 5-6 milioni: il dipendente Santoro avrebbe potuto lavorare ancora sei anni), rientrando poi "dalla finestra" con 7 docufiction pagate (pare) un milione a botta. Un salasso da 10 milioni di euro. Ma il contratto non è firmato. Nella seduta della Vigilanza Rai, il presidente Sergio Zavoli ammonisce: «Questa questione di Santoro avrà conseguenze anche sui colleghi».
Nasce così un inedito partito trasversale contro Rai e Santoro. Per PierFerdinando Casini, leader Udc, «il caso Santoro è un autentico scandalo e il silenzio che lo circonda a destra come a sinistra è ancora più inquietante». Rincarala dose Roberto Rao, capogruppo Udc in Vigilanza: «L’accordo tra Santoro e la Rai viola il portafoglio degli italiani. Tremonti venga in aula a chiarire l’impatto sulle casse dell’azienda». Franco Monaco, del coordinamento Pd è drastico: «Il premier l’ha spuntata nel suo proposito censorio, tutto e tutti si comperano». Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera si indigna: «La notizia che la Rai avrebbe versato dieci milioni di euro per rescindere il contratto con Santoro è di straordinaria gravità e immoralità». Ironizza il radicale Marco Beltrandi della Vigilanza: «Saluto l’ingresso di Santoro nel monda dorato delle partite iva Rai, in cui più si riscuote più ci si proclama vittime di, anche inesistenti, censure». Per Francesco Pionati (centrodestra) si tratta di un «inaccettabile spreco di risorse pubbliche». Dalla Lega Nord, Davide Caparini dice che Santoro «non è un conduttore come gli altri, bensì un direttore ad personam imposto alla Rai dalla magistratura con una sentenza che gli ha
conferito la più ampia libertà di azione».
Paolo Corsini, di Lettera 22 scherza: «Da Annozero a 6 zeri. La soluzione del caso Santoro è quantomeno imbarazzante». Ma dal Cda Rai, Antonio Verro (quota Pdl) non la vede così nera: «Molti criticano senza sapere nulla dell’accordo, né della cifra della buonuscita. Non è vero che ci si voleva liberare di Santoro. Ma certo stare sempre in trincea logora. Santoro ha deciso con il dg Masi di fare le docufiction, format nuovi. La sua professionalità garantisce all’azienda la qualità del prodotto». Belle parole, che però non risollevano il morale della redazione di "Annozero", per ora senza futuro.
L’unica cosa certa è che stasera «Michele si occuperà dei preti pedofili».


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