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Radicali/Pd: Sventato blitz del Pd in commissione Giustizia volto ad impedire la candidatura di Marco Pannella e di buona parte del gruppo dirigente radicale anche alle elezioni politiche nazionali

20 maggio 2010

Oggi in occasione della discussione in Commissione Giustizia il PD ha presentato un emendamento al Disegno di Legge 3290 ("Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia") riguardante l’incandidabilità alle elezioni di ogni ordine e grado.
Ebbene il PD, prime firmatarie Garavini e Ferranti (ma c’è anche la firma di Andrea Orlando e Veltroni), intendeva estendere a livello nazionale quanto già previsto per le elezioni regionali e amministrative: l’incandidabilità non solo per chi abbia riportato una condanna definitiva per associazione mafiosa e/o associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, ma anche per violazione dell’art. 73 del DPR 309/90, cioè per chi sia stato condannato magari per aver ceduto a titolo gratuito uno spinello o un modesto quantitativo di sostanza stupefacente. Si tratta della normativa che ha impedito, da almeno 10 anni, a Marco Pannella e a gran parte del gruppo dirigente radicale di candidarsi alle elezioni regionali e amministrative, per le disobbedienze civili contro la legislazione proibizionista sulla droga, azioni che sono state giudicate in modo difforme da diversi e molteplici tribunali d’Italia e che sono state oggetto di molte assoluzioni, qualche condanna ed, in alcuni casi, con il riconoscimento della particolare attenuante dell’aver agito, il reo, “per motivi di particolare valore morale e sociale”.
Rita Bernardini, membro della Commissione Giustizia, ha subito fatto una dichiarazione di voto contraria e l’emendamento è stato bocciato con 14 voti contrari (PDL + LEGA + Bernardini) e 11 voti a favore (PD, IDV, UDC e Angela Napoli).
 
·         Dichiarazione dei deputati Rita Bernardini, Maurizio Turco, Marco Beltrandi, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci ed Elisabetta Zamparutti:
 
“Con l’emendamento proposto oggi che, ai fini dell’incandidabilità ad ogni livello elettorale, intendeva mettere sullo stesso piano il grande criminale mafioso con chi ha ceduto uno spinello magari nel corso di una disobbedienza civile (escludendo peraltro l’emendamento gli autori di altri gravi delitti) il PD, insieme all’IDV e all’UDC, persiste nella sua politica ispirata al peggiore atteggiamento reazionario e giustizialista. Stavolta persino la Lega non se l’è sentita di assecondarlo.
Da parte nostra, ricordiamo a Pierluigi Bersani che prosegue la nostra “autosospensione” dal Gruppo del PD finalizzata ad ottenere “una giornata di dialogo e di confronto fra gli organi dirigenti del Pd e quelli della nostra “Galassia Radicale” per analizzare la situazione di straordinaria gravità nella quale oggi la “democrazia reale”, italiana (e non solo), sta precipitando le nostre istituzioni e la nostra società.”
L’assenza di risposta che fin qui dobbiamo registrare (è passata già una settimana), ha il suo peso. Ne stiamo prendendo atto via via che il tempo passa scandito da iniziative parlamentari come quella di oggi o come quella che ha portato al totale svuotamento del DDL Alfano che, pur con tutti i suoi limiti, avrebbe consentito un alleggerimento dell’enorme popolazione penitenziaria costretta a vivere in una situazione di totale illegalità. Il detenuto suicida stanotte nel carcere di Reggio Emilia è sicuramente un monito per tutti ma, in particolare, per chi non riesce più a prestare attenzione nemmeno alle parole del Presidente della Repubblica. 


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