Nel 1983 c’era "Drive in" con le ragazze fast-food, nella prima metà degli anni Novanta comparvero le ragazze di "Non è la Rai" ma ora la scelta è molto più varia: possiamo intrattenerci con "Il grande fratello", "L’isola dei famosi", "Bulli e pupe", "Pomeriggio cinque", "Ciao Darwin", "Uomini e donne", "Striscia la notizia" e tanti altri programmi. Il vicepresidente del Senato Emma Bonino «insieme a un gruppo di donne, disposte al sacrificio», decide di guardare la tv per un’intera settimana e assiste a «un fitto bombardamento di immagini offensive, contesti imbarazzanti, programmi in cui donne svestite di abiti e appeal intellettivo, vengono usate come ornamento», come ha scritto lei stessa al Corriere della Sera lo scorso 12 maggio. Spinta dall’inquietante, interessante e bel documentario di Lorella Zanardo Il corpo delle donne, che ora è anche un libro edito da Feltrinelli, Bonino e l’Associazione Pari o dispare, di cui è presidente onorario, hanno proposto alla Rai la creazione di un Osservatorio indipendente, che possa analizzare e studiare con occhio critico la qualità e la quantità della presenza del corpo e del volto femminile, spesso trasfigurato dalla chirurgia, nella televisione italiana Una richiesta concreta e necessaria, il cui scopo è riequilibrare la rappresentazione di genere nei programmi Rai. L’occasione per proporre l’emendamento con la richiesta di tale Osservatorio, già depositato in Parlamento e in attesa di essere discusso dalla Commissione di vigilanza, è il rinnovo del contratto di servizio della Rai. Pari o dispare è un’associazione che riunisce donne e uomini con diverse professioni e diversi orientamenti politici, che vuole segnalare e combattere gli stereotipi attraverso i quali i media rappresentano
le donne italiane e, creando una sinergia anche con altre iniziative della società civile, tra le quali segnaliamo la campagna "Immagini amiche" promossa dall’Udi (Unione donne in Italia), si fa promotrice di un’azione che serva a innalzare il livello della sensibilità nei confronti di questa problematica La banalizzazione televisiva offre un’immagine a dir poco riduttiva e offensiva del genere femminile, proponendo anche, in certi contesti, obsoleti stereotipi maschili. La Zanardo afferma, nel suo documentario: «La donna proposta sembra accontentare e assecondare i presunti desideri maschili sotto ogni aspetto, abdicando completamente alla possibilità di essere "l’altro"».
In questa rappresentazione contraffatta e irreale della donna, non solo essa perde dignità e immagine ma il rapporto con l’uomo è ridotto a nulla. Nella conferenza stampa del 18 maggio, la senatrice Vittoria Franco (Pd) ha sottolineato infatti come non si possa cambiare senza il coinvolgimento degli uomini, senza porre nuove basi alla relazione tra uomini e donne. Per rispondere alle accuse di essere «giurassiche», Emma Bonino ha voluto rimarcare come lo scopo non sia quello di proibire ma quello di aggiungere, di andare oltre i tre stereotipi a cui assistiamo quotidianamente: «La madre di famiglia sempre contenta, le belle signorine bizzarramente vestite accanto a uomini vestiti di tutto punto e la donna manager, che vuole fare carriera, odiosa antipatica e respingente», proprio per sottolineare la forte discrepanza tra la società civile e la rappresentazione che di essa se ne fa in televisione. Questo Osservatorio è dunque una proposta concreta per opporsi all’innegabile realtà di una presenza femminile in televisione «quantitativamente irrisoria e qualitativamente umiliante». L’emendamento è stato già sottoscritto da parlamentari di entrambi gli schieramenti politici ma ha bisogno di essere conosciuto e sostenuto da cittadini e cittadine. Per sottoscrivere: www.pariodispare.org, www.ilcorpodelledonne.com