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Embrioni di 7 coppie italiane sotto sequestro a Cipro

• da QN del 21 maggio 2010

Sette coppie italiane che si sono rivolte a una clinica di Cipro per ottenere la fecondazione assistita eterolologa, vietata in Italia, rischiano di perdere gli embrioni lasciati nella struttura in attesa dell’impianto. Una di queste coppie ha chiesto aiuto alle associazioni ‘Luca Coscioni’ e ‘Cerco un bimbo’ e hanno anche dato mandato a un avvocato di fare luce sulla questione. Anche il consolato Italiano di Cipro sta prendendo contatti: dalle prime informazioni, risulta che la clinica Ivf and Pgd è stata sequestrata dal ministero della salute cipriota perché sono state trovate provette senza identificazione, materiale mischiato, embrioni senza madre o padri certificati. La clinica, gestita da medici russi che avrebbero altri centri anche negli Usa, è stata chiusa con la pesante accusa di traffico di embrioni. A farne le spese, tra i tanti, anche sette coppie italiane.
Una di loro, piemontese, non era potuta partire per impiantare gli embrione a causa della nube del vulcano islandese che aveva bloccato i voli in Europa. Circa 20 giorni fa, l’uomo era andato a Cipro per depositare il seme e farlo fecondare con l’ovocita di una donatrice. Per l’intervento la coppia avrebbe dovuto pagare circa 6mila euro, di cui la metà è già stata versata, ma è probabile che tutto il materiale genetico verrà distrutto. Al momento, il sito della clinica informa i «rispettabili pazienti» che la clinica ha sospeso tutte le attività.
«Quando si parla di fecondazione assistita eterologa - spiega il sottosegretario alla Salite, Eugenia Roccella - bisogna ricordare che spesso viene fatta con ovociti donati. Anche se più che donazione, si tratta nella maggior parte dei casi di compravendita, perché è raro che una donna si sottoponga a questo tipo di intervento se non per motivi economici. Quando si particolare per la fecondazione eterologa va all’estero - che pó sono andare incontro a incidenti del genere, in cui non solo non viene garantita la qualità e la sicurezza dei parametri sanitari, ma c’è anche il pericolo di questo tipo di commercio: in situazioni come quella scoperta a Cipro vengono sfruttate lo sfruttamento di donne giovani e povere».



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