Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
gio 25 apr. 2024
  cerca in archivio   COMUNICATI
Zamparutti e Bolognetti: Dopo le dichiarazioni rese dal direttore dell'Arpa Basilicata alla Commissione ecomafie, reiteriamo la richiesta di dimissioni

22 maggio 2010

Dichiarazione di Elisabetta Zamparutti, Deputata Radicale e Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
 
 
Dopo aver ascoltato le dichiarazioni rese dal dr. Vincenzo Sigillito sulla vicenda Fenice, in sede di Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, volendo essere buoni, possiamo definirle omissive. Il dr. Sigillito, nel rispondere alle domande sull’inquinamento della falda acquifera del fiume Ofanto determinato dall’inceneritore Fenice-Edf, ha dichiarato: “Oggi posso dire che la maggior parte dei parametri è molto rientrata a differenza del mercurio; c'è ancora mercurio di poco eccedente ai parametri previsti dal 152...stiamo tentando di venirne a capo in via definitiva." Il 152 nel linguaggio del direttore dell’Arpab sta per decreto legislativo 152/2006. Il direttore dell’Arpab, nel testimoniare di fronte alla Commissione, ha ribadito quello che l’iniziativa radicale aveva portato alla luce mesi orsono: l’Arpab sapeva dell’inquinamento prodotto da Fenice già dal gennaio 2008. Peccato che il direttore dell’Arpab abbia dimenticato di segnalare alla Commissione che l’Agenzia, pur avendo saputo già dal gennaio 2008 dell’inquinamento in atto con presenza di alifati clorurati cancerogeni e mercurio, ne abbia dato comunicazione al Comune, alla Regione e alla Provincia con 13 mesi di ritardo. In proposito verrebbe da chiedere al Direttore cosa preveda il 152 e se, per caso, non rientri nei compiti di un’agenzia per la protezione dell’ambiente informare immediatamente enti e popolazione. Vorremmo chiedere al dr. Sigillito di quantificare l’eccedenza di mercurio rilasciata in falda, ma memori di quello che abbiamo dovuto fare per “estorcere” i dati inerenti al monitoraggio delle matrici ambientali del vulture-melfese, in noi nasce il timore di dover ingaggiare un’altra battaglia campale per ottenere ciò che dovrebbe normalmente essere di pubblico dominio. L’ottimo direttore, in relazione alla presenza di mercurio, ha tra l’altro dichiarato: “Abbiamo scoperto che è attinente il ciclo di lavorazione dello stabilimento”. Eppure, solo pochi mesi fa, rispondendo all’incalzare dell’iniziativa Radicale, aveva tentato di depistare, dicendo che non era certo che l’inquinamento fosse stato provocato da Fenice-edf. Il dottor Sigillito dimentica in sede di Bicamerale di dar conto di quanto affermato in un servizio trasmesso dal Tgr Basilicata il 25 settembre 2009. In quella occasione, il dottor Bruno Bove, coordinatore provinciale dell’Arpab, ebbe ad affermare:”Non potevamo divulgare quei monitoraggi. Già dal marzo del 2008 eravamo a conoscenza dei livelli preoccupanti del mercurio nella falda, ma non spettava al nostro Ente lanciare l’allarme.” Gioverà ricordare che sulla base delle dichiarazioni del dr. Bruno Bove, in data 26 settembre, presentammo un esposto-denuncia indirizzato alla Procura della Repubblica di Potenza. Nello stesso ipotizzavamo a carico di dirigenti dell’Arpab la violazione dell’art. 331 c.p.p.Nel descrivere una sorta di paradiso terrestre lucano, che non c’è e non esiste, o al limite è circoscritto alle ariose stanza della sede Arpab, sono tante le cose che il Direttore dell’Arpab preferisce non raccontare alla Commissione.Gli omissis del Direttore, ahimè, non ci stupiscono, visto che nei mesi scorsi lo stesso ha rilasciato una sequela di dichiarazioni sorprendenti, affermando per esempio: “L’Arpab non è tenuta ad informare le istituzioni entro tempi determinati, rispetto all’inquinamento provocato da Fenice”; “I Radicali fino a prova contraria non rappresentano un’istituzione per cui non sono tenuto a fornire loro i dati”.La piccola perdita di cui si parla in una conferenza di servizio tenutasi nel giugno 2009, faceva registrare nel febbraio 2008 una presenza di mercurio 140 volte superiore ai limiti previsti dal D.lgs 152/2006. Eppure, per 13 mesi né Fenice-Edf, né l’Arpab, pur essendo a conoscenza dell’inquinamento, informano gli Enti interessati e la popolazione. Il 152, per dirla con Sigillito, prevede che la comunicazione debba avvenire entro le 24 ore dall’evento inquinante rilevato.
Alla luce della deposizione resa dal dr. Sigillito in sede di Bicamerale sul ciclo dei rifiuti non possiamo che reiterare la richiesta di dimissioni già avanzata a più riprese nei mesi passati. Non è accettabile che un funzionario pubblico ometta di fronte ad una commissione parlamentare d’inchiesta verità rilevanti in relazione ad una vicenda che potrebbe aver messo a rischio la salute pubblica. Ma ci chiediamo anche come sia possibile che, in queste condizioni, Fenice continui ad operare. Ci auguriamo che chi ha orecchie per intendere intenda e nel contempo, per l’ennesima volta, torniamo a chiedere alla Procura della Repubblica di Melfi che fine abbia fatto l’inchiesta aperta 15 mesi fa. Osiamo sperare che in terra di Basilicata le indagini non si facciano solo a carico di cronisti che hanno voglia di fare il loro mestiere. Altro ci sarebbe da dire su discariche, traffico di rifiuti, siti di bonifica non bonificati, ma ci riserviamo di intervenire su questi temi nelle prossime ore.


IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail