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Tremonti rifiuta ogni rinvio. "Siamo aggrappati a una parere non possiamo perder tempo"

• da la Repubblica del 24 maggio 2010

di Francesco Bei

 

Giulio Tremonti dà per scontato che la manovra economica sarà approvata dal Consiglio dei ministri al massimo entro mercoledì. Lo ha ripetuto ieri ai colleghi come Maurizio Sacconi e Ignazio La Russa - che lo
hanno cercato per capire quanto saranno sforbiciati i bilanci dei loro ministeri. Ma la fretta del ministro dell’Economia, che giovedì parte per il vertice Ocse e vorrebbe presentarsi a Parigi con il decreto già in valigia, si scontra con le ragioni politiche del Pdl. «La situazione non è bella, siamo alpinisti aggrappati a una parete verticale, non possiamo traccheggiare», ha ripetuto ancora una volta Tremonti ha chi chiedeva più tempo per discutere. Tuttavia nel governo si allarga il fronte dei "resistenti", tanto che ormai non si esclude nemmeno uno slittamento del varo definitivo della manovra alla prossima settimana. Chiuso tutta la domenica a via XX Settembre con i capi degli uffici e i sottosegretari, Tremonti ha resistito senza cedere. L’unica concessione è stata la convocazione della consulta economica del Pdl, un organismo presieduto da Marco Milanese, che dovrebbe riunirsi oggi stesso per una lettura preliminare del provvedimento.
Ma per molti nel governo questo passaggio non è sufficiente. «Tremonti non dà le carte a nessuno -si lamenta un ministro e pretenda poi di liquidare la pratica in Consiglio dei ministri in cinque minuti, come l’altra volta».
Lamenti che sono arrivati a Berlusconi che, da Arcore, ha incaricato Gianni Letta di attaccarsi alle caviglie di Tremonti senza perderlo d’occhio un istante. L’altra indicazione arrivata dal premier è stata quella di discutere la manovra con le parti sociali, tanto che oggi a pranzo Letta e il ministro dell’Economia incontreranno a sindacati e imprenditori. Da palazzo Chigi, comprensibilmente, Paolo Bonaiuti smentisce «tensioni» nel governo e ammette al massimo «qualche fibrillazione, tipica dei momenti che precedono ogni Finanziaria». Ma tutto il lavoro si starebbe svolgendo in «un clima di assoluta collaborazione tra i ministri e Tremonti, con la costante supervisione di Berlusconi». Basta qualche telefonata ai singoli interessati e sembra invece di ascoltare le lamentazioni dei condannati sulle scale del patibolo: «Tremonti impone a tutti i ministeri un taglio lineare del 10 per cento. Mentre la Lega si è già "venduta" in tv il taglio ai costi della politica, a noi resta solo di mettere la firma su una mazzata tremenda». Lo slogan
scelto da Berlusconi per spiegare agli italiani i 24-25 miliardi di tagli è già pronto: «L’idea di fondo è stata quella di ridurre il peso e i confini dello Stato». Bonaiuti la spiega così: «Sarà una manovra di stampo europeo, come la stanno facendo anche gli altri Paesi non coinvolti necessariamente dalla speculazione».
Per una curiosa eterogenesi dei fini, stavolta il presidente della Camera è interessato a offrire una sponda al Cavaliere per contenere la pressione congiunta di Tremonti e della Lega. Non è un caso se ieri molti finiani, come Andrea Ronchi, abbiano chiesto una discussione «collegiale» della manovra dentro il Pdl. Una mossa concepita per «aiutare Berlusconi a pronunciare dei no». Come riassume con una battuta un deputato vicino a Fini, «non vogliamo passare dal cesarismo al "giuliocesarismo". Forse adesso Berlusconi si è accorto chele cose che Fini diceva alla Direzione del Pdl, quando chiedeva una discussione sulle cose da fare, non erano del tutto campate per aria». Da questo tira e molla con Tremonti, starebbe uscendo qualche modifica significativa rispetto all’impostazione iniziale. Ignazio La Russa avrebbe ottenuto la garanzia del mantenimento della "Difesa Spa", tanto che ieri sera si diceva sicuro che con Tremonti «non ci sono guerre in corso, come sempre troveremo un’intesa».
Ci sarà invece il "maquillage edilizio", con l’emersione di circa due milioni di immobili sconosciuti al catasto. Per venire incontro alle associazioni dell’handicap, dovrebbe invece saltare il tetto di reddito per l’assegno di accompagnamento agli invalidi. Dovrebbero scomparire anche i ticket sanitari, mentre sulla questione della tracciabilità dei pagamenti-una norma anti evasione che già Visco provò a introdurre - tra Berlusconi e Tremonti il braccio di ferro è ancora in corso. Un compromesso sarebbe comunque vicino: «La media europea è di 7 mila euro, oltre questa soglia nessun pagamento - anticipa una fonte - potrà essere in contanti».


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