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La pubblica amministrazione, con l’unica eccezione del settore della scuola, dovrà dimezzare dal prossimo anno la spesa per tutte le forme di lavoro flessibile. Nella cura dimagrante che la manovra in arrivo impone alla macchina statale entrano di nuovo anche i "precari", che da qualche anno rappresentano un a presenza significativa nel lavoro pubblico. Nel mirino poi, oltre alle grandi voci di spesa collegate a retribuzioni ed assunzioni, ci sono anche alcune nonne particolari del settore delle Forze annate e delle Forze dell’ordine.
Il testo del decreto è comunque in fase di revisione, in particolare per quanto riguarda le voci di entrata: sembra perdere quota l’ipotesi di un condono edilizio generalizzato, mentre dovrebbe diventare più corposo il pacchetto anti-evasione. Un altro dossier sensibile è quello dei costi della politica: la riduzione del 50 per cento dei rimborsi elettorali (da un euro a 50 centesimi a votante) è stata scritta in modo da essere applicata a partire dalle prossime consultazioni, ma resta
La stretta sui precari non è una novità assoluta, un meccanismo del genere era già stato applicato nel 2007. Ma allora riguardava essenzialmente il lavoro a tempo determinato e le collaborazioni. Nel frattempo (mentre si sviluppava anche un processo di stabilizzazione) si sono diffuse in alcuni comparti pubblici, come ad esempio la sanità , altre forme di flessibilità previste dalla legge 30. Ora il taglio del 50 per cento riguarderà tutte le tipologie contrattuali; resta salva solo la scuola, già interessata da robusti tagli negli ultimi anni.
Una serie di specifiche misure riguardano forze dell’ordine e forze armate. Ad esempio verrà destinati alla riduzione del deficit la parte non utilizzata delle risorse già stanziate (circa 300 milioni) per il riordino delle carriere. In altre parole le eventuali promozioni decorreranno dal 2011 senza effetti retroattivi. Un’altra norma abolisce la cosiddetta "ausiliaria", posizione che permetteva agli ufficiali di andare in pensione (e di percepire la buonuscita) con il grado superiore a quello effettivamente posseduto. Ancora, viene limitata la casistica nella quale a ufficiali e sottufficiali spetta l’indennità di comando.
Per quel che riguarda la buonuscita di tutti i dipendenti pubblici, si va da una soluzione più morbida che prevede il raddoppio (da 90 a 180 giorni) del tempo di attesa, ad una decisamente più drastica in base alla quale la somma verrebbe liquidata in tre anni, con due quote iniziali di 25.000 euro e poi la parte residua. Un compromesso potrebbe consistere nell’innalzamento di questa soglia. In materia di invalidità civile, sta suscitando perplessità l’introduzione del tetto di reddito a 25.000 euro annui come condizione per percepire l’indennità di accompagnamento: a questo punto appare probabile una marcia indietro.
E un ripensamento sembra nell’aria anche a proposito del possibile condono edilizio, ipotizzato come estensione della regolarizzazione delle unità immobiliari non accatastate. Resta il problema di dove reperire risorse consistenti, visto che i tagli non potranno comunque garantire tutti i 27 miliardi della manovra. Certamente finirà nel decreto l’entrata a regime del cosiddetto "redditometro", l’aggiornamento del sistema di controllo fiscale che prende in esame la capacità di spesa del contribuente. La soglia sopra la quale scatta il divieto di uso dei contanti scenderebbe dagli attuali 12.500 euro a circa la metà . Forme di tracciabilità potrebbero essere introdotte anche per le procedure di fatturazione, mentre nel rapporto con il contribuente verrebbe allargato il principio dell’inversione dell’onere della proba, già applicato nella lotta ai paradisi fiscale: sarà il cittadino a dover dimostrare di non aver evaso.