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Int. a I. La Russa - La Russa: tutti i ministeri accettino i tagli. Le missioni non si toccano, risparmierò altrove

• da Corriere della Sera del 24 maggio 2010

di Marco Galluzzo

 

Ministro La Russa, li accetta i tagli al suo ministero?
«Li accettano tutti, li accetto io, come rappresentante di un governo che deve raggiungere degli obiettivi. Ho fatto il primo comizio quando avevo 10 anni, faccio politica da50 anni, per mia fortuna non ho una logica settoriale, non dirò mai "fate pure, tagliate, ma non nel mio giardino"».

Le tagliano l’8% del suo bilancio e lei è contento?
«Correggo, forse sarà il 10%, ma uguale per tutti. Ma mi sembra inutile mettersi a piangere o a remare contro. La manovra la fanno tutti in Europa, in Gran Bretagna come in Francia e in Germania, persino i cinesi sono preoccupati per i debiti del Vecchio Continente. Alla fine la correzione dei conti potrebbe anche essere più grande di quanto finora ipotizzato e se il taglio è lineare, uguale per tutti, vuol dire che è necessario, ci vuole, è equo».

Come lo spiegherà al dipendenti del suo ministero?

«Per me l’importante è mantenere il criterio della flessibilità. Dovrò risparmiare dieci ma deciderò io dove e come. Il resto sono chiacchiere: sia il presidente della Commissione europea, Barroso, che il presidente della Repubblica, Napolitano, e Berlusconi stesso, quando parla di sprechi e della necessità di abbatterli, sostengono che l’Italia ha vissuto e vive al di sopra delle proprie possibilità».

Sembra che Tremonti le abolisca la neonata società Difesa e servizi spa. È contento anche di questo?

«Questo lo escludo. Sarebbe un controsenso, la società non è partita ma la legge è vigente, ed è uno strumento per risparmiare, per sopperire a mancanze di risorse. Se metto a reddito il marchio Aeronautica e ho delle royalties e ne ricavo delle risorse finanziarie ulteriori rispetto al bilancio generale, che senso avrebbe abolire uno strumento di questo genere? Diciamo che c’è stata la tentazione di alcuni uffici di Tremonti, ma non del ministro».

Il nostro esercito ha esigenze particolari, ne verrà meno l’efficienza?
«È chiaro che la nave militare non la compro al supermarket, ché ho bisogno di risorse certe e di poter programmare. La difesa ha bisogno di queste due condizioni. Ma con la manovra non vengono meno».

Passiamo al bilancio dedicato alle missioni dei nostri soldati all’estero. In Parlamento è sembrato preoccupato.
«Su questo punto io non faccio lo sconto di una lira, ci va di mezzo la sicurezza dei ragazzi. Qui entriamo in un ambito in cui le esigenze contabili, ancorché internazionali, non possono avere la precedenza. A meno che il governo non prenda delle decisioni di carattere politico: abbiamo una missione nei Balcani, in Bosnia, per esempio, che può essere ridotta. Ho dato incarico di studiare tempi di riduzione o di estinzione, perché è sostanzialmente esaurita. Ma il costo di quelle che sono in essere, sino al giorno In cui non vengono chiuse, non può essere ridotto».

Berlusconi ha assicurato che non ci sarà un impatto sociale. Come farete?
«Daremo noi per primi l’esempio, non solo con la riduzione delle spese per i ministeri. Rinunciare a una mensilità dello stipendio, per i politici, per i membri del governo, per i consiglieri regionali, per tutti coloro, come i manager pubblici, che guadagnano oltre una certa soglia, ci sembra una misura necessaria».

Berlusconi contro Tremonti: sono emersi sospetti e divergenze, esistono obiettivi diversi fra il premier e il suo ministro?
«Sono stati enfatizzati troppo alcuni momenti di dialettica fisiologica. Certamente Berlusconi è il terminale di tutte le suggestioni e le lamentele, ha il dovere della mediazione continua. Ma posso assicurare che più di altre volte c’è stato un confronto produttivo».

Qualcuno dice che Tremonti gioca una partita politica diversa da quella del Cavaliere.
«Tremonti finora ci ha fatto fare bella figura. Quando ero ragazzino c’era un segretario provinciale che guardavano come un Cerbero, non ci dava mai una lira, ma in fondo ci tutelava, ci metteva al riparo datanti guai. C’è sempre bisogno di un uomo che guardi un po’ meno alle ragioni della politica e di più a quelle contabili>.

Lo ritiene più vicino alla Lega che al Pdl?

Cosa pensa dell’opposizione: collaborerà alla manovra?
«Mah, ora Bersani ha scoperto il turpiloquio, è sintomo di una difficoltà. Credo che gente come lui conosca meglio di altri le difficoltà economiche, ma in questo momento ha bisogno più della comunicazione aggressiva che dell’analisi fondata sulla realtà. Non è un bene per il Paese. Casini è invece in una terra di mezzo, indeciso fra la vera scelta di responsabilità nazionale e l’opposizione, dobbiamo ancora capire...».


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