Â
Â
«Poco dopo l’insediamento alla Casa Bianca, Obama, mi riferì un amico, si mise in comunicazione con il presidente Napolitano. È un amico che segue da vicino la politica italiana, e se ne meravigliò. Obama non sa che in Italia il potere politico appartiene al premier, mi chiese, e non al presidente? Ma poi aggiunse: forse intende tenere Berlusconi a una qualche distanza, è un gesto deliberato. Io non so se sia vero, ma ritengo probabile che Napolitano, il primo leader comunista italiano a visitare l’America negli anni Ottanta, sia stimato da Obama. Il quale, mi risulta tra l’altro, di solito non ama ricevere troppe visite di leader stranieri».
Secondo l’ex sottosegretario alla Difesa Richard Perle, l’invito della Casa Bianca al presidente italiano può avere vari motivi, dal futuro del governo Berlusconi alla crisi dell’euro. Perle, un consigliere dell’amministrazione Bush, pensa che Obama e il nostro premier «siano personalmente e politicamente molto diversi» pur avendo rapporti corretti: «Non credo che Berlusconi possa stringere con Obama quella amicizia che strinse con Bush, amicizia che non escludo lo danneggi attualmente» commenta «anche se l’alleanza e la collaborazione tra gli Stati Uniti e l’Italia trascendono i loro leader».
Berlusconi ha altre amicizie sgradite alla Casa Bianca democratica? Putin e Gheddafi a esempio?
«Direi di no, perché Obama sta cercando di recuperare il rapporto con Putin e non è molto critico nei confronti di Gheddafi. Certo, con loro Obama non è tanto caloroso quanto Berlusconi. È soltanto realista. E’ possibile invece che desideri essere informato da Napolitano sulle prospettive politiche in Italia, viste la polemica Bérlusconi-Fini, il braccio di ferro sui giudici e così via. Napolitano ha molta esperienza di lotte di partito, e la stabilità del vostro Paese è cruciale per noi».
Sono sul tappeto anche questioni di politica estera?
«Presumo di sì, ma è un campo dove esiste una grande concomitanza di idee e di azioni. L’America ha un notevole sostegno nell’Italia, dall’Afghanistan al Medio Oriente, ed è grata al governo Berlusconi. E l’Italia ha una funzione chiave nei Balcani e nel Mediterraneo. Al massimo potrebbe esserci qualche differenza sull’Iran».
Prevede che si discuta anche della crisi dell’euro e del debito sovrano italiano?
«Mi sembra probabile, soprattutto per quanto concerne le sinistre europee di cui Napolitano è un rappresentante. La nostra amministrazione preme perché l’Europa risani la sua finanza pubblica e l’euro non si deprezzi eccessivamente ma teme che le sinistre si oppongano. Gli eventi in Grecia, le proteste dei sindacati la hanno allarmata: se l’Ue non esce in tempo ragionevole dalla crisi, l’economia globale, non soltanto americana, ne soffrirà ».
A novembre l’America terrà le elezioni congressuali. La visita di Napolitano aiuterà Obama?
«Noi americani diciamo che alle elezioni sono importanti le tre I: Israele, Italia e Irlanda, cioè gli elettorati di origine ebraica, italiana e irlandese. A Obama, che oggi ha i suoi problemi con Israele, non nuoce di sicuro mostrarsi con Napolitano, specialmente nell’imminenza della vostra festa del 2 giugno. I democratici sono in difficoltà e hanno bisogno di appoggio». ..