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Berlusconi: "Aperto al dialogo con Casini"

• da la Repubblica del 24 maggio 2010

di si. bu.

 

Silvio Berlusconi corteggia Pier Ferdinando Casini in tutti i modi. Vuole riportarlo alla vecchia alleanza organica con il centrodestra. Magari per riequilibrare il "peso" della Lega nell’esecutivo e nella maggioranza. Anche se il presidente del Consiglio dice che «quando qualcuno parla di governo a trazione leghista mente sapendo di mentire. Bossi è un alleato solido e leale del Pdl: Che Dio ci conservi un alleato
come lui». Ma l’Udc nella maggioranza gli fa gola. E per raggiungere lo scopo usa ogni arma. Vanno bene anche le "confessioni" contenute nel "Segno del Cavaliere", l’ultimo libro di Bruno Vespa in uscita. Il premier però nei confronti dell’Udc e dell’ expresidente della Camera adopera il metodo del bastone e della carota. Perché, da un lato, il presidente del Consiglìo è convinto che il leader dell’Udc non riuscirà mai a realizzare uno dei suoi obiettivi strategici.
«Non credo alla nascita di un autonomo partito centrista che, leggo sui giornali, metterebbe insieme Fini, Casini e Rutelli», dice il premier al giornalista. Nello schema di Berlusconi, «l’elettorato di Casini è composto da moderati. La sua collocazione fisiologica è nel centrodestra e ogni posizionamento diverso è del tutto innaturale. Quello che è indubitabile è l’incompatibilità degli elettori dell’Udc con la sinistra e la nostra comune condivisione dei valori e dei programmi del Ppe». Dunque, ragiona il premier, «su questa obiettiva convergenza, che in Parlamento si è più volte manifestata con un atteggiamento responsabile da parte dell’Udc su questioni importanti, può riprendere in qualsiasi momento un dialogo per il bene dell’Italia». E questa è la carota. Però subito dopo arriva il bastone. Berlusconi, infatti, definisce fallimentari le scelte dell’Udc. «Prima che si decidessero le alleanze per le elezioni regionali ho rivolto a Casini l’invito a tornare con noi», dice il Cavaliere. Ma, si lamenta, «per tutta risposta ci siamo trovati di fronte ancora una volta alla politica dei tre forni. L’Udc si è alleato con la sinistra in alcune regioni, con noi in altre, e si è presentata da sola in altre ancora». Con esiti disastrosi, fa notare il premier. «I risultati - spiegano parlano chiaro: con noi in Campania, in Calabria e nel Lazio ha avuto buoni risultati e ha vinto.
Dove si è schierata con la sinistra ha perso: metà dei suoi elettori in Piemonte e un terzo in Liguria». Dunque, conclude Berlusconi, «a conti fatti, per Casini è stata una sconfitta. Se vorrà rivedere la sua linea e stare alla larga da avventure quali "il patto repubblicano” di Bersani, potremo riparlarne».


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