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Farina Coscioni e Bernardini, gravissima delibera della Regione Veneto: niente trapianti ai disabili e in particolari ai disabili intellettivi, un?aberrazione anticostituzionale, che confligge con tutte le Carte dei diritti della persona, del malato

29 maggio 2010

Dichiarazione delle Deputate Radicali Maria Antonietta Farina Coscioni e Rita Bernardini.

 
Roma, 29 maggio 2010
 
“Con sgomento e preoccupazione apprendiamo della gravissima denuncia dei professori Pannocchia, Bossola e Vivanti, che segnalano l’esistenza di una delibera della regione Veneto, adottata già da oltre un anno, che parla di “controindicazioni assolute al trapianto d’organo” in caso di danni cerebrali irreversibili, e ritardo mentale con quoziente intellettivo inferiore al 50 per cento”, e di “controindicazioni relative”, nel caso in cui questo ritardo mentale registri un quoziente intellettivo inferiore a 70.
E’ una delibera aberrante e pubblicamente ringraziamo i tre professori, e il “Corriere della Sera” che l’hanno segnalata e sottoposta alla nostra attenzione. Abbiamo subito chiesto con una interrogazione urgente al Governo di intervenire e operare per, da una parte verificare gli effetti concreti di questa delibera, e dall’altra di ottenerne l’annullamento.
Siamo stati accusati, in passato, di essere para-nazisti perché ci si opponeva alla legge 40 sulla cosiddetta fecondazione assistita, una legge retrograda e medioevale, che è stata- per inciso – in buona parte smantellata dalla magistratura per i suoi aspetti più punitivi e retrogradi; ed è stata ridicolizzata da centinaia di scienziati ed esperti. Sono al contrario delibere come questa, a meritare le accuse che strumentalmente ci sono state e ci vengono rovesciate.
Per parte nostra, non finisce qui: faremo ricorso a tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione perché i diritti dei disabili non siano così brutalmente e volgarmente calpestati; perché – al di là di ogni considerazione morale e convinzione religiosa – escludere le persone che vengono qualificate come ritardati mentali dalla possibilità di trapianti, sostenendo che non si può migliorare la qualità della loro vita, contraddice il più elementare senso di “pietas” umana, rivelatrice di una mentalità violenta con cui non vogliamo aver nulla a che spartire e che contrasteremo con ogni mezzo a disposizione”. 
 
 
 
 
 
 
 
Al Presidente del Consiglio dei Ministri,
al Ministro della Salute,
al Ministro della Giustizia,
al Ministro dell’Interno,
Al Ministro delle Pari OpportunitĂ ,
Al Ministro per i Rapporti con le Regioni,
per sapere se siano a conoscenza di quanto pubblicato dalla giornalista Margherita De Bac sul “Corriere della Sera” nella sua edizione del 29 maggio 2010 a pagina 33;
in particolare, se siano a conoscenza della gravissima accusa mossa da tre docenti universitari, i professori Nicola Panocchia e Maurizio Bossola, del servizio emodialisi del Policlinico Gemelli, e il professor Giacomo Vivanti, psicologo californiano, che in un articolo pubblicato sulla rivista “American Journal of trasplantation”, passano in rassegna la “letteratura giuridica e costituzionale”, e analizzando una delibera della Regione Veneto, denunciano come detta delibera preveda l’esclusione delle persone con ritardo mentale dalle liste dei trapianti di organo”;
i tre professori concludono che non “esiste un motivo razionale per negare un organo a pazienti non in grado di intendere e volere”, e che “l’incapacità di migliorare la qualità di vita e la presunta scarsa aderenza alla terapia sono le giustificazioni avanzate da chi è favorevole alla selezione”, ma opportunamente e doverosamente fanno presente che queste tesi – che l’interrogante non esita a definire aberrante – non è sorretta da alcun dato scientifico”;
il professor Bossola, interpellato successivamente dall’agenzia di informazioni “ANSA” ha ulteriormente chiarito che “tutte le regioni prevedono come unici criteri di esclusione la malattia psichiatrica grave, la psicosi; invece in Veneto c’è una contro-indicazione assoluta che riguarda tutte le malattie mentali”;
che nonostante la blanda smentita dell’assessore alla Sanità Luca Coletto (“Le nostre linee guida non indicano priorità ma raccomandano anzi la valutazione caso per caso. Questi pazienti sono semplicemente definiti come persone cui porre speciale attenzione. Il nostro è un sistema di avanguardia. E’ bene riflettere su questi interrogativi per non utilizzare in modo improprio le risorse”), nella delibera in questione, la 851 del 31 marzo 2009 si legge di “controindicazioni assolute al trapianto d’organo”, in caso di – tra l’altro – “danni cerebrali irreversibili”, e “ritardo con quoziente intellettivo inferiore a 50”, mentre tra le “controindicazioni relative” figura invece “il ritardo mentale con quoziente intellettivo inferiore a 70”;
che opportunamente il direttore del Centro Nazionale Trapianti, professor Alessandro Nanni Costa ha osservato come “nessuno in Italia sia mai stato penalizzato a priori”;
che la Costituzione fissa come principio inderogabile, indiscutibile, irrevocabile, che tutti le persone sono egualmente titolari di diritti e doveri, e senza discriminazione;
che opportunamente il direttore del centro di bioetica, professor Adriano Pessina sostiene il principio dell’universalità dei trattamenti, e che non devono e non possono essere ignorati i diritti dei disabili;
per sapere:
quale sia l’opinione e l’orientamento del governo in relazione a quanto sopra esposto;
quali urgentissimi provvedimenti si intendono sollecitare, adottare, promuovere, in relazione a quanto sopra esposto;
se non ritengano necessario, doveroso, urgente inviare ispettori nella regione Veneto, o comunque promuovere una inchiesta di carattere amministrativo per accertare – dal momento che la delibera risale al 31 marzo del 2009 – quanti e quali casi di “controindicazioni assolute” al trapianto d’organo e quante “controindicazioni relative” al trapianto d’organo hanno avuto luogo nella regione Veneto;
se non ritengano che detta delibera sia in clamoroso, evidente, solare contraddizione con i dettati costituzionali e tutte le Carte dei diritti della persona, del malato e del disabile;
in caso affermativo, quali urgenti e concreti provvedimenti si intendono adottare, promuovere e sollecitare;
in caso negativo, le ragioni di questo loro orientamento;
se non si ritenga necessario e opportuno verificare se anche altre regioni italiane hanno adottato analoghe delibere come quella della regione Veneto.
 
 


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