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Affaire eolico in Basilicata: l'on. Zamparutti interroga i Ministri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico

3 giugno 2010

 

Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Direzione nazionale Radicali Italiani
 
Che la lobby del vento avesse allungato i suoi tentacoli anche sulla Basilicata lo sapevamo. Solo che in Basilicata, a differenza di quanto avvenuto in altre regioni italiane(vedi Sardegna), di inchieste che vadano a scavare sull’affaire eolico non ce ne sono. Come è ovvio, siamo assolutamente favorevoli allo sviluppo delle energie alternative, ma assolutamente contrari a speculazioni e a gratuite devastazioni del nostro paesaggio. Collocare impianti industriali anche in aree dall’altissimo valore paesaggistico e ambientale è una scelta criminale. L’Anev aveva previsto per la Basilicata la presenza di centrali per complessivi 700 megawatt. La Regione Basilicata, con singolare munificenza, ha invece previsto impianti per ben 1500 megawatt. Il 15 per cento del position paper dello Stato. Ripeto: non siamo contrari all’eolico, ma a scelte insensate e a speculazioni. Ed è per queste ragioni che diciamo no a torri collocate in parchi, zone sic e zps.
Il dossier redatto da numerose associazioni ambientaliste, e tra queste la Ola, merita di essere letto e consultato con attenzione. Chissà che il buon senso non prevalga. Personalmente, ho il timore che anche nella nostra regione ci siano situazioni non proprio cristalline, analoghe a quelle emerse in altre realtà dello stivale.
 
 

 

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

nel dossier istruttorio sulla reale dinamica della proliferazione di impianti eolici in Italia, «L'eolico in Italia» - curato da Altura, Amici della Terra, CNP, Italia Nostra, Mountain Wilderness, LIPU, OLA, con il contributo e il sostegno di comitati, associazioni ambientaliste territoriali e ornitologiche di tutte le regioni italiane (rev. 3 maggio 2010 - coordinamento raccolta dati: Enzo Cripezzi) - emerge che il piano energetico regionale della Basilicata è stato recentemente revisionato. Il precedente piano prevedeva, anche se puntualmente ampiamente disatteso, una potenza nominale di 108 megawatt al 2010 per la fonte eolica. Limite ampiamente superato e poi legittimato dal nuovo Piano;

nonostante l'ANEV (che promuove interessi nel settore), partendo dai 16.000 megawatt desiderati sul suolo nazionale ne proietti 700 sulla Basilicata (quota già notevole), la regione, pur partendo invece dai 10.000 megawatt del position paper dello Stato abbia previsto ben 1500 megawatt, cioè più del doppio di quanto fosse stimato dall'ANEV;

inoltre, il piano deregolamenta, contro le evidenze di norme sovraordinate dello Stato, l'eolico da 1 megawatt, sottratto all'autorizzazione unica e assoggettato alla sola dichiarazione di inizio attività, oggi oggetto di ricorso del Governo alla Corte costituzionale, che già si era espressa sulla illegittimità di analoga norma in Puglia;

il quadro attuale evidenzia 227 megawatt in esercizio con oltre 215 torri eoliche che già hanno deturpato molti crinali lucani. Ma i megawatt lievitano a 372 considerando i nuovi impianti già autorizzati e in fase di realizzazione in situazioni ambientali pericolose per paesaggi e biodiversità;

circa 4000 megawatt premono nelle istruttorie regionali, forti della insensata apertura del nuovo piano energetico, e delineano un preoccupante quadro nel prossimo periodo;

in Basilicata ritroviamo alcune specie a rischio da tutelare con la massima responsabilità: il nibbio reale, la lontra, la cicogna nera, il grifone, il capovaccaio, il falco lanario, il biancone, il nibbio bruno, i falchi grillai. Un devastante progetto da 40 torri per totali 56 megawatt, già con sconcertante parere ambientale positivo, investe il territorio di Muro Lucano (Potenza) a ridosso del SIC-ZPS del Monte Paratiello, uno dei pochissimi siti regionali, forse unico, di nidificazione dell'aquila reale;

minacciate (in parte già degradate) sono anche l'IBA 141 del Lagonegrese e l'IBA 196 dei Calanchi lucani oltre a quella 195 del Pollino e 137 Dolomiti di Pietrapertosa solo in parte tutelate da aree protette. Il Parco nazionale del Pollino è oggetto di costanti ed insistenti pressioni per una riduzione dei suoi confini allo scopo di consentire ulteriori impianti eolici, oltre ai grossi progetti già proposti a ridosso della attuale perimetrazione, da tempo in istruttoria. Per le stesse ragioni si rischia di distruggere il neonato Parco Nazionale della Val d'Agri. Un altro impianto, autorizzato e in fase di realizzazione, è in agro di Campomaggiore (Potenza), sebbene all'interno dell'IBA 137 (Dolomiti di Pietrapertosa), baricentricamente fra 3 SIC di cui uno anche ZPS e parco regionale delle Dolomiti lucane, oltre che sovrapposto ad un sito di aggregazione invernale di un centinaio di nibbi reali. Anche in questo caso, il parere ambientale positivo ha sommariamente escluso il progetto dalle procedure di Via e non è stata effettuata nemmeno la valutazione di incidenza malgrado la vicinanza ai siti natura 2000 e all'interno dell'IBA citata. L'impianto è stato oggetto di contestazioni degli ambientalisti e di ricorsi al TAR e in sede civile anche ad opera di privati che hanno subito l'invasione indebita dei propri terreni, oltre che in sede penale con interventi della magistratura e del CFS;

stanno per essere seriamente compromesse aree con paesaggi straordinari come, ad esempio, i calanchi di Craco e Aliano, il Parco letterario «Carlo Levi» e i pianori del Pollino dominati dal Pino Ioricato, oltre a scenari che hanno valso nomination e riconoscimenti nazionali ed internazionali in ambito cinematografico -:

se i Ministri interrogati siano al corrente dei dati sopra riferiti e se li confermino;

se il Governo intenda accertare la situazione sul piano ambientale e paesaggistico per quanto di propria competenza;

se, conformemente allo spirito delle direttive comunitarie recepite dall'Italia, sia stata assicurata trasparenza delle informazioni concernenti gli impianti eolici in tutte le fasi procedurali;

se si sia provveduto a verificare la compatibilità della quota di eolico, programmata in 1500 megawatt, con quanto previsto sul piano nazionale;

se non riscontrino un eccesso di semplificazioni nelle procedure di autorizzazione di competenza statale;

se non intenda promuovere, per quanto di competenza, un'indagine, con particolare riferimento agli incentivi di competenza statale, sull'intero territorio regionale lucano;

se e quali misure si intendano assumere per verificare l'affidabilità e riconoscibilità dei soggetti operanti nel mercato dell'eolico;

se si intenda predisporre un piano per utilizzare questi incentivi alternativamente per opere di efficienza energetica e di sviluppo delle energie rinnovabili in forme ecocompatibili di autogenerazione diffusa e volte a contrastare i disastri ecologici, paesaggistici e culturali.
(4-07435)


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