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Intervento di Giuseppe Rossodivita al Consiglio Regionale

4 giugno 2010

 

Intervento di Giuseppe Rossodivita del 3 giugno 2010 al Consiglio Regionale nell'abito del Dibattito sulle comunicazioni programmatiche del Presidente della Regione Renata Polverini

 

Onorevoli Colleghi, Onorevole Presidente,
con molta attenzione ho ascoltato e poi ho letto e riletto il suo intervento, il suo primo intervento in questo consiglio, con il quale  avrebbe dovuto definire le linee programmatiche del lavoro della sua giunta, ma francamente sono rimasto molto deluso, da consigliere e da cittadino del Lazio. Sono rimasto molto deluso, non perché le linee programmatiche del suo intervento si pongono in contrasto con quelle che io personalmente avrei auspicato in caso di un diverso esito elettorale, ma semplicemente perché l’impressione è che l’intervento – come se si trovasse ancora in campagna elettorale – si compone di slogan, di titoli ai quali non solo non è seguito alcun articolo, alcun svolgimento, ma non è neppure seguito solamente un sottotitolo.
La campagna elettorale è finita, è finito il tempo di prendersi giuoco degli elettori, a reti unificate, dicendo loro che il Pdl non aveva potuto presentare le proprie liste per la circoscrizione di Roma e Provincia per colpa dei Radicali Violenti che lo avevano impedito, è finito il tempo di raccontare le favole agli elettori dandogli a credere, insieme al Presidente Berlusconi, da Piazza San Giovanni e per una settimana a reti unificate, che se avesse vinto il Pdl in tre anni avreste sconfitto non solo i comunisti, ma addirittura il cancro, è finito il tempo di dire che, visto il rapporto privilegiato che avrebbe avuto con il Governo suo amico, avrebbe rinegoziato il piano di rientro della sanità, non avrebbe tagliato nessun posto letto negli Ospedali del Lazio ed avrebbe addirittura diminuito le tasse.
Ciascuno arriva a Governare con i mezzi e con i compagni di strada che crede, ciascuno utilizza i mezzi che evidentemente gli sono propri o sono propri della loro storia politica, ma lei Presidente, che si è autodefinita una donna esterna al mondo politico, ha scelto i peggiori mezzi per iniziare la sua storia politica, non solo ha scelto quelli di una propaganda elettorale populista e demagogica, che non ha lesinato, pur sapendoli tali, attacchi basati su fatti non veri e promesse irrealizzabili, ma ha scelto di farsi accompagnare dal presidente Berlusconi in un percorso tecnicamente illegale. E’ stata costretta ad accertarlo, davanti alla evidenza dei numeri, persino l’AGCom che pure vede tra i suoi membri quell’Innocenzi, uomo, come tutti noi sappiamo, di provata fiducia Berlusconiana.
Ma le condanne dell’AGCom, per la sproporzionata presenza del Premier sul TG1 e sul Tg5 non sono bastate, che anzi, dal giorno successivo alla condanna è arrivata, poi, la vera e propria occupazione militare della TV, quella che abbiamo definito la settimana santa di Berlusconi.
Lei ha vinto per 80.000 voti conquistati nell’ultima settimana, questo ci dicono i sondaggi, ma quanti sono i voti che le ha portato il Presidente del Consiglio, nell’ultima settimana di campagna elettorale, con l’occupazione dei TGRAI e Mediaset? Con il centrodestra al 62% nel TG1, al 58% nel TG2, all’80% al TG4, al 68% al Tg5, all’86% a Studio Aperto e sono numeri che voglio rimangano nello stenografico a futura memoria con il solo Berlusconi, tra i personaggi politici, con il 22,7% al TG1, il 17,3% al TG2, il 15,7% al TG3, il 73,65% al TG4, il 39% al TG5, e l’85,3% a Studio Aperto, milioni di contatti in propaganda elettorale  a fronte, a partire dal 1 marzo, dello zero assoluto di Emma Bonino sul TG1, di 34†sul TG2, di 40†sul TG3; insomma al di la della semplice considerazione per cui Presidente, sfido chiunque al suo posto, a perdere con queste condizioni. Dicevo, delle due l’una, o Lei Presidente Polverini nega a Berlusconi la capacità di spostare anche solo 80.000 voti, pur avendo quest’ultimo parlato da solo, a suo favore, senza contraddittorio, a milioni di elettori, e allora lo faccia pubblicamente se ne ha il coraggio, oppure – al di là della circostanza per la quale non riuscirà affatto a tener fuori la politica dalle poltrone - le consiglierei di indicare nel rendiconto delle spese elettorali che depositerà presso il collegio regionale di garanzia elettorale, sotto la voce ‘contributi di terzi’ la valorizzazione a prezzi di mercato degli spot che la RAI-Tv concessionaria del servizio pubblico, in violazione della legge n. 28 del 2000 e del regolamento varato dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza, le ha messo gratuitamente a disposizione senza dimenticare, mi raccomando, perché le sanzioni sono molto severe, anche quelli di Mediaset, cioè delle emittenti del già nominato Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Vede Presidente, la autorevolezza politica si conquista pian piano, con un’azione politica conseguente e coerente con gli impegni che si assumono.
E spiace dover constatare - dopo aver constatato in campagna elettorale il suo essere disposta a tutto pur di vincere, anche di gettare la croce sui radicali (e se è vero che i mezzi prefigurano i fini c’è da stare preoccupati) spiace dover constatare, dicevo, che di coerenza, per quel che abbiamo visto in questi giorni, ce n’è fino ad ora davvero poca.
I suoi richiami alla trasparenza, parola che ha usato spessissimo nel suo discorso programmatico del 12 maggio, si sono infranti davanti alla banale richiesta di conoscere quali contenuti avesse il suo atto di nomina, quale commissario ad acta della Sanità, emanato dal Governo.
Perché Emma Bonino lo dovrebbe sapere? Ha risposto sprezzante alla notizia dell’interrogazione depositata in Senato. Ma come, prima dice di voler fare della Regione una casa Trasparente e poi dà uno spintone a chi vuole vederci dentro!?
Noi abbiamo depositato analoga interrogazione, è la prima di questa IX legislatura, qui, in consiglio regionale: l’abbiamo presentata di fronte all’opacità con la quale si è mossa, in relazione ad un atto che lei conosceva dal 23 aprile, così rilevante per la vita, dico per la vita, di milioni di cittadini del Lazio, ma che lei non voleva, evidentemente, che questi milioni di cittadini conoscessero, perché evidentemente, come i fatti hanno poi dimostrato, non voleva nessun confronto. Ora, è evidente, non ha più da scomodarsi a rispondere. Già qualche giorno prima della presentazione dei suoi 12 decreti sulla sanità avevamo fatto da soli, seppur con qualche fatica non certo degna di una regione che deve essere, come lei ha detto il 12 maggio, una casa trasparente.
Avevamo fatto da soli, impiegando 27 giorni per conoscere un atto pubblico e avevamo visto bene, che il Governo, contrariamente a quanto da lei assicurato in campagna elettorale, non le ha lasciato alcuna possibilità di negoziare, né sul merito, né nei tempi, imponendole – e lei a Berlusconi non può certo dire di no - una operazione semplicemente sbagliata e nel metodo e nel merito.
Sbagliata nel metodo: senza alcun confronto con l’opposizione e con le parti sociali, senza prima neppure tentare di comprendere, con degli stati generali sulla sanità laziale, la complessissima situazione della nostra regione.
Sbagliata nel merito: perché, eccezion fatta per il Campus Biomedico, a quanto ci risulta, ma saremmo lieti di essere smentiti, forse, anche se facciamo peccato a pensarlo, si tratta del saldo di qualche debito contratto in campagna elettorale, nell’ultima settimana in particolare perché nel merito, dicevo, salva l’eccezione di cui sopra sono stati effettuati tagli lineari che non hanno tenuto nel minimo conto né la specificità dei centri, né il fabbisogno di salute nelle aree, sanitarie e territoriali, sulle quali sarebbero stati effettuati i tagli.
Tagli necessari, per carità, quantomeno per evitare l’aumento ulteriore delle tasse già più alte d’Italia, nessuno lo nega e nessuno – a parte lei in campagne elettorale - lo ha mai negato – a parte lei appunto che aveva anche promesso (ancora nell’ultima intervista prima del voto, quella del 26 marzo) una incredibile riduzione di Irap ed Irpef nei primi 100 giorni di Governo.
Favole, Presidente.
E personalmente non penso che lei non avesse studiato la situazione, al contrario penso che lei si è resa responsabile di una campagna populista e demagogica, che, politicamente, significa, semplicemente irresponsabile.
Ora lei può anche dire - peraltro in veste di commissario ad acta nominato dal Governo e non di Governatore eletto del Lazio - posto che il Governo politico con la sua giunta è, a tutt’oggi, inesistente – può anche dire, dicevo, di aver operato una rivoluzione della sanità nel Lazio, può anche dire di essere riuscita a ridurre i posti letto da 4,5 a 4 per ogni mille abitanti, senza tagliare nessun posto letto, di essere riuscita a far ubriacare la moglie senza farle bere neppure una goccia di vino della botte, ma il problema, per lei Presidente, per la credibilità della sua azione è che questa volta, seppur in un arco di tempo più lungo di quello necessario a leggere un titolo di giornale, i cittadini, a milioni, purtroppo sulla loro pelle, giorno dopo giorno, sulle loro sofferenze, sul loro quotidiano dolore, comprenderanno, la differenza che passa tra la sua azione e la sua comunicazione.
Ecco allora, quanto alla differenza che passa tra azione e comunicazione, che al di là dei titoli del suo discorso, noi avremmo voluto capire in che direzione si muoverà, ad esempio sul piano casa, che ha detto di voler rivedere, ma senza farci comprendere realmente con quali strumenti concreti ritiene davvero di poter risolvere l’emergenza abitativa della Regione: avviando un programma per la costruzione di nuove case? Bè davvero non vorremmo facesse la fine del piano carceri.
Ha confermato, nonostante il clima di austerità e senza spiegare con quali risorse, di voler introdurre un assegno famigliare regionale ed i bonus bebè, ma con quali soldi?
Ha detto che vuole arrivare alla fine della gestione commissariale del ciclo dei rifiuti, puntando sulla raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti, questo vuol dire che lei con la sua giunta si pone in direzione opposta a quella del sindaco Alemanno che vuole il quinto termovalorizzatore nel Lazio, questo vuol dire che lei e la sua giunta sarete contro l’ulteriore termovalorizzatore che vuole il sindaco di Roma Alemanno?
Ha parlato, ancora, di sfida energetica, di un Piano d’azione per l’efficienza energetica, di incentivazione delle fonti rinnovabili, non ha nominato la parola nucleare, bene Presidente, però, faccia la cortesia, magari nel corso del prossimo consiglio straordinario che si occuperà del tema, o nel corso di un importante convegno internazionale che stiamo organizzando con Emma Bonino il prossimo 17 e 18 giugno ed a cui, sin da ora la invitiamo, ci dica finalmente una sua parola chiara sul nucleare nel Lazio! Ci dica che ne pensa dei siti di Montalto di Castro e Borgo Sabotino!
Ha detto, Presidente, nel suo discorso Programmatico che vuole trovare il posizionamento della Regione Lazio in Europa, che vuole aprirsi ad una politica che guarda all’Europa, che vuole portare le nostre imprese ad essere competitive con le grandi regioni: bene, benissimo, non ha detto però come, con quali strumenti. Ha detto comunque che su questo obiettivo, come sugli altri, vuole confrontarsi con l’opposizione, bene, perché noi radicali della lista Bonino-Pannella, faremo una opposizione dura, durissima se sarà necessario, senza sconti per nessuno, ma sarà anche opposizione propositiva e senza pregiudiziali ideologiche che non ci appartengono.
Sui nostri temi, sui diritti civili, sui diritti umani e per le libertà individuali, sulla tutela delle minoranze religiose, etniche, sociali, sui diritti dei detenuti e la sanità in carcere, sui bambini detenuti nelle carceri del Lazio, sulle tutele dei diritti delle persone lgbt, sulle coppie di fatto, ci faremo promotori di proposte ed iniziative che mancano totalmente dal suo programma di governo.
Ma sull’Europa diamo subito il nostro suggerimento ed è suggerimento che servirebbe per segnare, sul punto dei rapporti con l’Europa, una discontinuità con il passato, con tutti i passati,  anziché lasciare le competenze sui fondi europei ad ogni singolo assessore, senza sinergie, in totale frammentazione, con una organizzazione dunque in grado di produrre pochi e piccoli progetti, con un’enorme perdita di possibilità e di risorse riteniamo di proporle di costituire un assessorato con delega sui fondi strutturali europei con il compito di gestire ed immaginare grandi opere coerenti tra loro e portatrici di sviluppo vero per la Regione, l’Europa può portare occupazione, ricchezza vera, tangibile, nel Lazio, ma questo si ottiene solo se diventa una linea di azione programmatica della sua Giunta, con attivazione di progetti veri e seri, da seguire politicamente oltre che con esperti e tecnici di assoluto livello; parliamo di gestione altra rispetto a quella sino ad ora conosciuta dalla regione Lazio, capacità di gestione significa linea di lavoro dedicata per non perdere questi finanziamenti sino ad ora sempre sottoutilizzati per impreparazione ed incapacità.
E vengo e chiudo ai costi della politica, proprio collegandomi con l’ultima proposta di creare un nuovo assessorato, ma come in tempi di magra ancora poltrone?
Vede il problema dei costi della politica è il problema della improduttività della politica, è il problema della poca trasparenza, è il problema dell’illegalità.
Lei pensa che qualche cittadino possa lamentarsi di un assessore in più, di un assessorato in più se questo assessorato, messo in rete, fosse capace nei cinque anni di governo di convogliare verso le eccellenze del Lazio, con ricaschi su sviluppo ed occupazione, 1400 milioni di Euro provenienti dall’Europa?
Da qui al 2013 ci sono 700 milioni di Euro di fondi strutturali POR che, praticamente inutilizzati, sono a disposizione per il Lazio, con altri probabili 700 milioni di Euro nel quinquennio successivo, che pure interessa la sua legislatura.
I costi della politica sono troppi è vero e sicuramente vanno eliminati i privilegi, e ci batteremo per questo, ma il modo di incidere è rendere la politica produttiva e trasparente.
Nella trasparenza si realizza il controllo dei cittadini ed il controllo è l’essenza stessa della democrazia. Nella possibilità da parte dei cittadini di esercitare il controllo su chi li governa si compie infatti, il senso di un sistema democratico.
Per questo, abbiamo sin da subito rivendicato pubblicamente, come facciamo anche da questa sede, a noi radicali che da 50 anni ci battiamo sul tema della informazione plurale, a noi radicali che abbiamo un know –how specifico su questa materia, l’opportunità di presiedere la Commissione di Vigilanza sul Pluralismo dell’Informazione.
I cittadini hanno il diritto di essere informati ed hanno il diritto costituzionale di essere raggiunti da una informazione plurale; questa commissione consiliare, per le ricerche che abbiamo potuto faticosamente fare, in passato è stata vissuta come un luogo da utilizzare per mantenere equilibri interni ai gruppi consiliari, una istituzione da dare in pasto per soddisfare appetiti personali, una poltrona dove accomodarsi, una auto blu, un po’ di personale in più da piazzare. Una commissione vissuta così, ha ragione il consigliere Bonelli è un costo inutile della politica, ma garantire una informazione plurale ai cittadini del Lazio non è cosa inutile, anzi è necessaria e questa commissione possiede gli strumenti per farlo.
Informazione e trasparenza.
Abbiamo presentato la proposta di legge per l’istituzione di una vera anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, come si sa la trasparenza aiuta l’onestà; nei giorni successivi all’annuncio sono arrivati segnali positivi da diversi gruppi e da diversi esponenti di questo consiglio, come prevedibile per molti di costoro il passaggio dalle dichiarazioni della domenica ai fatti è divenuto problematico, a partire dal gruppo del PDL; la proposta è li e noi ribadiamo l’invito, a tutti, senza riserve, proprio a partire da Lei Presidente, di firmare, qui, oggi, la proposta e calendarizzarla immediatamente: mettiamo on line tutto quello che riguarda il consiglio, i consiglieri, i dirigenti, la giunta, gli enti, le aziende, le società, le agenzie, le istituzioni, i consorzi e gli organismi comunque denominati, controllati, vigilati e partecipati dalla Regione Lazio, mettiamo on line, con dati semplici, aperti, trattabili, facilmente raggiungibili, accessibili a chiunque, gli interessi finanziari in società, i contributi ricevuti per l’attività politica e in particolare per le campagne elettorali, le spese elettorali dichiarate, le spese dello staff, i viaggi, i benefits dei consiglieri regionali e degli assessori, mettiamo on line un’anagrafe relativa a tutta l’attività istituzionale svolta, mettiamo on line i nomi dei manager delle aziende laziali, la loro storia, i loro curricola, mettiamo on line ogni singolo atto della sequenza procedimentale finalizzata all’affidamento di un appalto, mettiamo on line tutte le determine e le delibere, rendiamo trasparente la regione, rendiamola, come lei ha detto, una casa di vetro, la trasparenza aiuta la legalità e l’onestà.
Grazie e Buon lavoro


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