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L'Austerity di Londra e Berlino. Cameron: "Anni di duri sacrifici"

• da la Repubblica del 7 giugno 2010

di Enrico Franceschini

 

Lacrime e sangue per l’Europa in crisi. Pur senza ripetere alla lettera le parole che Winston Churchill usò nel suo primo discorso in parlamento, appena nominato capo del governo, per avvertire il suo popolo dei sacrifici che lo aspettavano nell’affrontare la guerra contro Hitler, i leader di Regno Unito e Germania promettono nella sostanza la stessa ricetta a britannici e tedeschi per affrontare le conseguenze della peggiore recessione economica del dopoguerra e i deficit che questa ha provocato sui loro bilanci. David Cameron, il premier britannico, parla dì sacrifici «dolorosi» per lungo tempo. Angela Merkel, cancelliere tedesco, vara già i primi tagli alla spesa pubblica, secondo le indiscrezioni del settimanale Spiegel. E il messaggio che viene da due delle maggiori economie del continente suona come un monito per l’Europa intera, alle prese con i medesimi problemi, da Atene a Roma, da Madrid a Budapest.
L’economia britannicasi trova in uno stato peggiore di quanto si fosse precedentemente capito, dice Cameron, e i tagli necessari saranno «dolorosi». Intervistato dal Sunday Times, il primo ministro conservatore torna a battere sul tasto dell’enorme debito pubblico, eredità del governo Brown e delle iniezioni di credito a banche ed economia nei due annidi acuta crisi economica. «Se non facciamo qualcosa finiremo per pagare interessi sul debito di 50, 60, 70 miliardi di sterline, cifre pazzesche, più di quanto spendiamo per l’istruzione o per la difesa», afferma il premier, avvertendo che occorre «rifare i conti dello stato sociale, del settore pubblico, della dimensione della burocrazia».
Il vice - premier Nick Clegg, leader dei liberaldemocratici nel governo di coalizione formato dopo le elezioni del mese scorso, getta però un po’ di acqua sul fuoco: «Spesa responsabile non significa tornare agli anni Ottanta», ossia ai brutali tagli della Thatcher, dice Clegg interpellato dall’Observer, «noi faremo le cose diversamente, non permetteremo il ritorno alle diseguaglianze tra il nord e il sud dei paese». Il leader dei lib-dem, partito dall’anima in larga misura progressista, ricorda in proposito che alcuni dei pacchetti di riduzione della spesa pubblica più rigorosi sono stati portati avanti recentemente da governi di centro-sinistra, come «i socialdemocratici in Svezia, l’amministrazione di Clinton negli Usa e i liberali in Canada».
Quanto alla Germania, Angela Merkel si appresta a un drastico colpo di scure per risanare le finanze pubbliche, tagliando fra l’altro 15 mila posti di lavoro nel pubblico impiego per ottenere un risparmio di almeno 800 milioni di euro l’anno. Secondo le indiscrezioni dello Spiegel, nella riunione di governo di ieri e oggi centrata sulla manovra, la cancelliera punterà a un taglio di 10 miliardi di euro all’anno fino al 2014. Tra le misure colpiteci sarebbe la ricostruzione del castello del Kaiser, nell’area in cui sorgeva il palazzo del leader comunista Erich Honeker: un progetto da 400 milioni di euro, affidato all’architetto italiano Franco Stella. Verrebbero inoltre congelati gli aumenti ai dipendenti pubblici previsti per il prossimo anno, e 500 milioni di euro verranno tagliati sugli incentivi ai padri disposti ad accudire per i primi mesi i figli appena nati. La riduzione del welfare tedesco passa anche attraverso una stangata peri disoccupati, i cui sussidi non verranno più corrisposti automaticamente ma a discrezione dei funzionari degli uffici del lavoro. Inoltre le ferrovie tedesche dovranno versare allo Stato ogni anno un dividendo di 500 milioni di euro sui loro utili, e i grandi gruppi energetici tedeschi, in cambio dell’allungamento dei tempi per l’uscita dal nucleare, verseranno annualmente una tassa sul combustibile nucleare pari a 2 miliardi e mezzo di euro.


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