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I fatti: il 3 dicembre 2009 iene pubblicata una circolare del ministero dell’Interno sui cittadini romeni e
bulgari, comunitari dal 2007 ma sottoposti a un curioso regime di vincoli per quanto riguarda l’accesso al lavoro: possono infatti essere impiegati solo in alcuni settori (agricoltura e turismo alberghiero, lavoro domestico ed assistenza alla persona, edilizia, metalmeccanica, dirigenziale ed alimentare qualificato, lavoro stagionale), mentre per altri hanno bisogno del nullaosta. Moduli, attese, spese. Tante pratiche non vengono neppure prese in esame e questi diritti restano sulla carta. Il 2009 doveva essere l’ultimo anno di proroga della moratoria, il ministro aveva assicurato la completa liberalizzazione.
Ma così non è stato. I deputati Melis e Touadi (Pd) presentano una interrogazione alla Camera. Nessuna
risposta. Se ne parla alla presentazione del libro "Romeni", in presenza dei presidenti Fini e Amato. Meraviglia generale: ma come, dice Amato, siamo ancora alla moratoria? Ebbene sì. E a questo punto, il giallo. Sui portali del Ministero e della Prefettura di Roma la circolare non c’è più. Scomparsa. Inghiottita nell’etere. Ma entrambi i siti rimandano al modulo da scaricare per il nullaosta. Le telefonate fatte per chiedere spiegazioni non hanno chiarito la questione. Domanda che sorge spontanea: si può sapere allora qual è il regime vigente? Vale o no la circolare? Se la sono rimangiata? E che fine faranno le domande
presentate da gennaio ad oggi? E, infine, romeni e bulgari saranno finalmente parificati agli altri europei, come era stato promesso e come logica e diritto pretenderebbero?
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