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Il Senato ha concesso la fiducia al governo e approvato in seconda lettura il ddl intercettazioni. Il provvedimento passa ora alla Camera. I voti favorevoli sono stati 164, i voti contrari 25. Hanno votato sì Pdl e Lega: "Questa legge utile e importante". Hanno votato no Idv, Ude, Api e radicali. Non hanno partecipato al voto Mpa, Svp, i sette senatori a vita e l’ex presidente del Senato, Marcello Pera. Anche i Democratici non votano e, lasciando l’Aula, accusano: "Così si massacra la libertà ".
Ma il Pdl ribatte: "Questo non è un comportamento democratico". Il segretario Fnsi, Franco Siddi, fa sapere che sarà il 9 luglio la "giornata del silenzio per la stampa italiana con lo sciopero generale contro il ddl intercettazioni". Con il voto di fiducia sul ddl intercettazioni e con la conseguente approvazione delle nuove norme in Senato "abbiamo realizzato un punto del programma" elettorale del Pdl. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, sottolinea che "il testo approvato ieri dal Senato ha la stessa filosofia di fondo di quello che fu varato in Consiglio dei ministri e raggiunge gli stessi obiettivi, anche se con mezzi diversi". Il ddl, infatti, è "un ottimo punto di equilibrio" tra la "necessità di garantire la privacy dei cittadini" e l’esigenza di "condurre indagini approfondite". Commentando infine l’ iter parlamentare del ddi, Alfano ha ribadito che "è rimasto nelle Aule due anni, tempo che mi sembra congruo a un lavoro di
confronto tra maggioranza e opposizione. Mi sembra che abbiamo dimostrato disponibilità e ragionevolezza parlamentare", consentendo, con questa legge, "l’uso delle intercettazioni ma non l’abuso". "Votiamo sì orgogliosi e convinti, come sempre, questa legge utile e importante". Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, nel suo intervento spiega che "alla Camera, col voto segreto, avremo più voti della maggioranza. Molti di voi si vergognano di votare contro questa legge, perciò uscite dall’aula". "L’atteggiamento dei colleghi non è un atteggiamento democratico, manifestano il disprezzo delle istituzioni e l’arroganza", attacca Gasparri che poi nel merito della legge la difende con puntiglio. "Se tutto è pubblicabile si fa un favore ai criminali", sostiene assicurando che "il giornalismo di inchiesta è tutelato da questa legge". "Le intercettazioni - sostiene Gasparri sono solo l’extrema ratio per le indagini e invece ora se ne fa un uso costante, continuo per indagare, anzi si comincia intercettando". La mattinata è stata concitata a Palazzo Madama dopo una notte di picchetti e proteste. I senatori dipietristi hanno alzato il tiro dello scontro occupando i banchi del governo.
Immediato l’intervento del presidente Schifani che li ha espulsi I senatori dell’Idv hanno lasciato l’Aula e sono stati accompagnati all’uscita dell’emiciclo. I senatori sono usciti con le loro gambe, non sono stati portati via di peso. I giornalisti non hanno però potuto assistere all’uscita dall’aula dei senatori Idv; perché il Senato, a seduta sospesa, ha disposto la chiusura delle tribune stampa. Il Pdl "non si sente troppo bene...". Giancarlo Lehner fotografa così lo stato del suo partito alla luce della partita sulle intercettazioni e dei recenti problemi in aula, dove la maggioranza è andata più volte "sotto". ‘Prodi - ricorda - deluse e sprofondò anche perché, condizionato dai ricatti dei partitivi dell’1%. Noi incerottiamo il ddl intercettazioni (parola di Bocchino) per ‘favorire la convergenza di Berlusconi e Fini’. In luogo di un sonoro chissenefrega delle convergenze, portiamo a casa una legge-cerotto, scontentiamo l’universo mondo, deludiamo il 99,9% del Pdl, pur di dare credito allo 0,1%. Intanto, alla Camera, a conferma che non ci sentiamo tanto bene, stressati da doppi e tripli incarichi, continuiamo ad andare sotto".
Fuori dal Senato la protesta del popolo viola che si è radunato in Piazza Navona per protestare contro il ddl intercettazioni. Il passaparola si era diffuso nella notte tra mercoledì e giovedì tramite le pagine di Fecebook, le e-mail e gli sms. Alcuni manifestanti hanno indossato un tampone in bocca e una tunica tagliuzzata per esprimere "lo stato in cui Berlusconi e la sua cricca ha ridotto l’Italia’.