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Radicali Piemonte/Manfredi e Pisano: Cota e Buonanno colpiti e affondati. Ora, sotto a chi tocca! Lo strumento dell'azione popolare, rapido ed efficace, può e deve essere utilizzato ovunque possibile, in tutta Italia.

18 giugno 2010

Ieri il Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, si è dimesso da deputato della Lega Nord.

Ai sensi della legge 154 del 1981 (artt. 4 e 6) avrebbe dovuto scegliere fra le cariche di deputato e consigliere regionale entro il 13 maggio 2010, come avrebbe dovuto fare il suo compagno di partito, Gianluca Buonanno, che solo ieri ha scelto di rimanere in Parlamento.
Contro Cota e Buonanno l’Associazione Radicale Adelaide Aglietta e Radicali Italiani avevano promosso ricorso al Tribunale di Torino (cosiddetta “azione popolare”) il 3 giugno scorso, per farli decadere da consiglieri regionali.
 
Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani) e Nathalie Pisano (segretaria Associazione Radicale Adelaide Aglietta) hanno dichiarato:
 
Solamente tre giorni fa Cota dichiarava a “La Stampa” che si sarebbe dimesso “nei tempi previsti. La decisione di non dimettermi subito voleva anche essere un modo per sollecitare il Tar a decidere in fretta”. A cosa si deve questa accelerazione di Cota, che oggi ha finalmente scelto? Noi riteniamo la si debba alla comparsa in Piazza Castello di un ufficiale giudiziario che gli ha notificato il nostro ricorso; in base alla legge 154/81, Cota aveva a disposizione dieci giorni dalla notifica per fare la scelta; poteva, certamente, fare delle controdeduzioni ma la sua incompatibilità era così palese da rendere difficile controdedurre alcunchè; idem per Buonanno. L’udienza in Tribunale per discutere le azioni popolari era stata fissata per il 13 luglio ma i dieci giorni di tempo sono comunque tassativi.
Lo strumento dell’azione popolare si è ancora una volta rivelato rapido ed efficace; è stato utilizzato per la prima volta dai radicali piemontesi nel 2000, contro i consiglieri regionali Nicoletta Albano (Forza Italia) e Vincenzo Tomatis (Margherita), che furono costretti a dimettersi da sindaci rispettivamente di Gavi (AL) e Villanova Mondovì (CN). Poi, nel 2004, proponemmo azione popolare contro Rolando Picchioni (Margherita); Picchioni resistette, andammo in tribunale e ottenemmo la sua destituzione da consigliere regionale. Nel 2005 fu la volta di Agostino Ghiglia (AN), deputato e consigliere regionale; con 106 giorni di ritardo, Ghiglia si dimise da deputato. Sulla nostra scia, i radicali presentarono azioni popolari su casi analoghi n Lombardia, Lazio e Campania.
 
Ora, sotto a chi tocca! Assieme a quelle di Cota e Buonanno, avevamo segnalato le incompatibilità di Claudio Sacchetto (Lega Nord, consigliere regionale e assessore provinciale), Massimiliano Motta (PDL, consigliere regionale e assessore comunale) e di Michele Marinello (Lega Nord, consigliere regionale e sindaco). Abbiamo poi appreso dai giornali che sono sorte due questioni di ineleggibilità nei confronti dello stesso Motta e di Riccardo Molinari (vice-presidente del Consiglio Regionale). Ci auguriamo che chi doveva scegliere l’abbia fatto altrimenti i nostri avvocati (Alberto Ventrini e Antonio Polito), a cui si deve questa prima grande vittoria di legalità, torneranno in Tribunale con altre azioni popolari.
Rivolgiamo, infine, un appello ai radicali ma anche ai semplici cittadini affinchè, come cinque anni fa, utilizzino quanto fatto in Piemonte per presentare azioni popolari in tutta Italia, dovunque possibile.
 
Ci teniamo, infine, a ricordare che radicali predicano bene ma razzolano meglio: Emma Bonino, eletta nel Consiglio regionale del Lazio, ha optato a tempo debito per il Senato della Repubblica.
 
                                                                               Manfredi (348/5335305)
 
Per approfondimenti:
 
 
 
RETTIFICA: dobbiamo rettificare quanto scritto nel comunicato del 15 giugno; non è possibile per i cittadini di Varallo fare un’azione popolare per fare dimettere da sindaco Gianluca Buonanno. Peccato!


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