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Lo spettro dell'ostruzionismo sulla manovra

• da La Discussione del 25 giugno 2010

di Fa.Cu.

 

Sulla manovra finanziaria aleggia lo spettro dell’ostruzionismo. Cosa accadrebbe se tale "arma" parlamentare, messa in atto dall’Italia dei valori sul dl fondazioni liriche, si applicasse all’intera manovra finanziaria? Facile: potrebbe di fatto esserci il blocco della Finanziaria. La manovra correttiva è stata presentata in Consiglio dei ministri il 25 maggio scorso, è stata firmata dal presidente della Repubblica il 31 maggio e il giorno stesso il decreto legge n.78, denominato "Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica", è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Da quel momento, in base alla legge italiana, il Ddl ha sessanta giorni per essere approvato da Camera e Senato ed essere così convertita in legge. Se così non dovesse essere la manovra risulterebbe nulla.
L’ostruzionismo parlamentare è un metodo di lotta parlamentare attuato col preciso intento di ritardare o impedire l’approvazione di provvedimenti voluti dalla maggioranza: Nella storia del Parlamento italiano gli esempi più clamorosi si sono avuti nel 1899-1900 per bloccare l’approvazione di leggi straordinarie sulla stampa e la pubblica sicurezza proposte dal governo Pelloux. In tempi più recenti, per impedire l’adesione dell’Italia al Patto Atlantico (1949), l’approvazione di provvedimenti sulla difesa civile (1951), la legge di modifica al sistema elettorale (1952-53), quella per l’istituzione della regione Friuli-Venezia Giulia e la legge per l’elezione dei consigli regionali (1967-68). Ostruzionismo parlamentare si è verificato anche nelle discussioni relative alla legge istitutiva del divorzio (1970), nonché contro la cosiddetta legge "Reale" sull’ordine pubblico (1975). L’ostruzionismo non è stato monopolio delle sinistre. Lo ha praticato, forse con minore successo, anche l’estrema destra, e non l’ha disdegnato neanche la Democrazia cristiana . Espertissimi, poi, nella tattica della guerriglia parlamentare sono stati i radicali. Non si contano le leggi che gli uomini di Marco Pannella sono riusciti a bloccare, emendare, ritardare.
L’ultima fiammata è della primavera dei 1984 quando Bettino Craxi presidente dei Consiglio e al massimo del suo potere - propose un decreto che prevedeva una drastica riduzione della scala mobile. Solo l’8 giugno del 1984 - dopo un tenace ostruzionismo del Pci - quel decreto fu approvato. Proprio l’eccessivo ricorso all’ostruzionismo, che ha avuto spesso l’esito di paralizzare i lavori parlamentari,
ha spinto la Camera dei deputati a darsi un nuovo regolamento, nel 1981, che ha stabilito un tempo massimo di 45 minuti a disposizione di ogni oratore nel corso della discussione e di 10 minuti per illustrare le dichiarazioni di voto; ha inoltre attribuito alla presidenza del Consiglio il potere di raggruppare
per grappoli omogenei tutti quegli emendamenti che contengono solo varianti formali, facendoli quindi votare in blocco.


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