Marco Beltrandi ha presentato un’interrogazione urgente all’esecutivo, in seguito alla nota vicenda che ha visti coinvolti l’ex ministro delle infrastrutture Lunardi, Monsignor Pepe, attuale Vescovo di Napoli ed ex dominus di Propaganda Fide, per conoscere i dettagli delle operazioni finanziarie ed immobiliari che, definire dubbie, è quantomeno riduttivo.
Nel testo dell’interrogazione il deputato radicale ha ricondotto tale opera di moralizzazione dei rapporti finanziari ed economici tra Stato e Chiesa anche per la sempre maggiore necessità di trasparenza nei trasferimenti di fondi pubblici “poiché versiamo in un momento storico e politico nel quale l’azione di governo appare improntata alla lotta contro gli sprechi e la razionalizzazione dei trasferimenti finanziari a causa della grave crisi economica in corso. In questi frangenti le prime misure da prendere, ad avviso dell’interrogante, dovrebbero essere quelle di chiudere i rubinetti verso le istituzioni confessionali, capaci di versare un fluido profondamente inquinato da interessi di parte, contemporaneamente rendendo più trasparente l’amministrazione della cosa pubblica.”
La domanda principale è però un’altra: “a quanto ammonti, effettivamente, l’entità annuale dei finanziamenti che il nostro Stato, direttamente o indirettamente, eroga a favore dello Stato Città del Vaticano e a persone giuridiche o fisiche direttamente o indirettamente a questo riconducibili, a partire dalla sottoscrizione della novella concordataria del 1984”.
Spero che, su questi argomenti, i nostri governanti non si rifugino dietro il “segreto confessionale”.
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