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Piemonte, ricorsi elettorali. Bonino: la sentenza del Tar di domani può costituire un argine di diritto alla piena di illegalità avvenuta durante le elezioni regionali

Roma, Torino, 30 giugno 2010

• Dichiarazione di Emma Bonino (vice-presidente del Senato della Repubblica)

Lo scorso febbraio, prima che fossero presentate nei tribunali di tutta Italia le liste dei candidati alle elezioni regionali, intrapresi una dura iniziativa nonviolenta, uno sciopero della sete durato cinque giorni, per denunciare le patenti, continuate violazioni di legge che avevano già contrassegnato la raccolta delle firme in calce alle liste nella maggior parte delle regioni italiane. Ricevetti in cambio alla mia sete i soliti sorrisi ipocriti, la solita indifferenza, la solita censura. Il giorno dopo la fine della mia iniziativa milioni di italiani poterono essere informati su quanto era successo alla presentazione della lista del PDL al Tribunale di Roma e poi sulle evidenti irregolarità - rilevate e denunciate dai radicali lombardi – presenti nella lista presentata da Roberto Formigoni (su cui ancora pende un giudizio di fronte al TAR di Milano).
Negli stessi giorni erano presentate in Piemonte quattro liste (su un totale di nove a sostegno del candidato del centro-destra Roberto Cota) con gravi vizi di forma, per non parlare dei profili penali che la magistratura sta accertando nei confronti della lista “Pensionati con Cota”. Sono sinceramente grata agli esponenti dell’UDC, dei Verdi e dei “Pensionati Invalidi per Bresso” per aver presentato ricorso contro le illegalità suddette, andando fino in fondo.
Domani, il TAR del Piemonte, applicando semplicemente la legge elettorale, ha la possibilità di costituire un argine di diritto alla piena di illegalità che ogni tornata elettorale porta con sé e che ogni volta i radicali denunciano prima, durante e dopo. Questa volta, in Piemonte, non da soli.


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