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Siamo giunti alla conclusione che i bambini che si ammalano di cancro solitamente abitano più vicini alle centrali nucleari rispetto ai bambini sani», mi dice il professor Kaatsch, che incontro nell'ospedale per bambini malati di tumore di Hannover, la capitale della Bassa Sassonia. Kaatsch è il direttore del Registro nazionale dei tumori tedesco. Insieme ad altri epidemiologi e su indicazione del ministero dell'Ambiente, dal 2004 al 2007 ha realizzato uno studio su tutti i casi di leucemia nei bambini da 0 a 5 anni che vivono vicino alle centrali nucleari e sono giunti a questa terribile conclusione: «Nella zona di 5 km attorno alla centrale si raggiunge un aumento della leucemia infantile superiore di tre volte la media», mi spiega il professor Kaatsch, muovendo il dito su un grafico dove si vede la curva dei casi di leucemia impennarsi mano a mano che ci si avvicina alle centrali nucleari, «noi non ci aspettavamo questo tipo di risultato, dal momento che le radiazioni ionizzanti che vengono emesse dalle centrali nucleari sono veramente basse», conclude Kaatsch.
Lo studio tedesco, appena uscito, ha fatto subito il giro dei mondo: «La cosa che non riuscivo a capire è che guardando ai dati ufficiali, alle emissioni delle centrali lungo un periodo di anni, si vedeva bene che le dosi di radioattività erano piuttosto basse. Come possono allora essere la causa di leucemie nei bambini lì intorno?». A parlare adesso è il professor Fairlie, che incontriamo a Londra. Fairlie ha 60 anni ed è laureato in Chimica e specializzato in Biologia delle radiazioni. Fino agli anni '90 ha lavorato per l'Enviroment agency, l'ente di Stato che misura in Inghilterra il livello di radioattività nell'ambiente. Per Fairlie la risposta è una sola: le centrali nucleari sono pericolose sempre, anche quando non ci sono incidenti con fughe di radioattività : «Ho scoperto che le emissioni delle centrali non sono poi così tanto piccole, perché c'è un effetto accumulo. Insomma, un conto è prendersi una dose ogni tanto, un conto è prenderla tutti i giorni per tanti anni! Ho scoperto anche che le centrali producono dei grandi picchi di radiazioni ogni tanto. Questi picchi accadono quando le centrali aprono i reattori per cambiare il combustibile, circa una volta l'anno. L'altro fattore è l'estrema radiosensibilità degli embrioni umani, nelle donne incinte. Un adulto è meno radiosensibile dì un bambino. Un bambino meno di un neonato. Più sei vicino all'inizio della vita umana e maggiore è il rischio», conclude Fairlie.
E la Germania boccia il nucleare. A meno di venti chilometri, proprio sulle rive del fiume Elba c'è la centrale nucleare di Krummel. Attorno, tra le due sponde del grande fiume, vivono 30 mila persone. Qui sono stati registrati 12 casi di bambini da 0 a 5 anni malati di leucemia: «Ce ne siamo accorti all'inizio degli anni'90», mi dice Bettina Boll, che insieme a marito e due figli abita a poco più di sette chilometri in linea d'aria dalla grande centrale nucleare: «Sa come succede in paese, ci si conosce tutti e mi ricordo che nello spazio di pochi mesi venimmo a conoscenza che erano sette i bambini che si erano ammalati. Nello spazio di neanche un anno!». E adesso, che succede, si ammalano ancora i bambini di leucemia? «Nuovi casi ci sono sempre stati, con qualche picco, ma sono costanti, l'ultimo bambino si è ammalato l'anno scorso». La centrale nucleare di Krúmmel è una delle più vecchie. È entrata in funzione 27 anni fa, nel 1983, e adesso sono già tre anni che è spenta. Per problemi di manutenzione: nel 2007 infatti è andato a fuoco il trasformatore principale, il secondo trasformatore è stato danneggiato e da allora non fanno altro che riparare. Il 24 aprile di quest'anno, nell'anniversario di Chernobyl, centinaia di migliaia di tedeschi sono scesi in piazza per chiedere che venga rispettata la legge di uscita dal nucleare votata a grande maggioranza dal Parlamento, dice che tutte le 17 centrali ancora in funzione devono essere spente e che nessuna nuova centrale verrà mai costruita.