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Sudan: Mecacci scrive a tutti i deputati su ratifica accordo investimenti Italia-Sudan e tragedia Darfur

2 luglio 2010

 

  • Comunicato stampa di Matteo Mecacci 
 
" Il Deputato radicale-PD Matteo 'Mecacci ha scritto oggi una lettera aperta a tutti i deputati in vista della ratifica, prevista la prossima settimana, dell'accordo Italia -Sudan per la promozione e protezione degli investimenti. Questo accordo infatti viene discusso mentre il Presidente del Sudan e' ancoraricercato dalla Corte Penale Internazionale per crimini contro l'umanità commessi nella regione del Darfur"
 
Di seguito il testo completo della lettera aperta
 
 Roma, 2 Luglio 2010
 
All’attenzione di tutti i Deputati
 
 
Caro collega,
 
La prossima settimana l’aula di Monte Citorio discuterà la Ratifica dell’Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Repubblica del Sudan sulla promozione e reciproca protezione degli investimenti.
 
La scelta di calendarizzare un accordo per il rafforzamento dei rapporti commerciali e finanziari, e dunque politici, anche con il Governo Sudanese - nonostante sia guidato da un Presidente ricercato dalla Corte Penale Internazionale (istituita a Roma nella sede della FAO nel 1998) per crimini commessi nella regione del Darfur - è il risultato di una precisa scelta di apertura politica ai governi autoritari di tutto il mondo portata avanti coerentemente dall’attuale Governo, e purtroppo largamente condivisa in Parlamento.
 
Vi scrivo perché intendo sottoporre alla vostra attenzione alcune informazioni che riguardano il Sudan e che spero non siano espulse dal dibattito parlamentare. Inoltre, nella speranza che un atto così importante per il nostro paese non sia liquidato con l’ennesima ratifica–lampo, intendo presentare insieme alla delegazione radicale, alcuni emendamenti che offrano l’occasione per discutere del contesto politico in cui si colloca questa iniziativa, e che personalmente ritengo un ennesimo e grave errore politico per la politica estera del nostro paese.
 
Gli emendamenti presentati puntano a consentire che il Parlamento possa esercitare il ruolo di controllo e di indirizzo sulla politica estera del nostro Governo, prescritto dalla Costituzione. Inoltre, saranno presentati anche alcuni ordini del giorno che spero possiate condividere e che mi auguro la Presidenza della Camera ammetta alla discussione.
 
Le ragioni di questa iniziativa risiedono nella gravissima situazione del rispetto dei diritti umani in Sudan e in particolare in Darfur dove, nonostante la stipula di accordi tra le parti in conflitto che vengono regolarmente smentiti, si è verificata e continua a verificarsi una delle peggiori catastrofi umanitarie degli ultimi decenni.
 
Le informazioni sulle gravissime violazioni dei diritti umani compiute dal Governo sudanese in Darfur possono essere così sintetizzate:
 
1)      la repressione violenta da parte del Governo sudanese dei movimenti ribelli in Darfur secondo le Nazioni Unite ha prodotto dal 2003 oltre 2,7 milioni di sfollati e rifugiati, e tra i 180 e i 300 mila morti;
 
2)      le responsabilità dirette del Governo Sudanese in questa vera e propria campagna di sterminio hanno portato alla incriminazione non solo del Presidente al-Bashir da parte della Corte Penale Internazionale che, va sottolineato, ha iniziato le indagini su mandato del Consiglio di Sicurezza dell’ONU (il che significa senza l’opposizione dei suoi 5 membri permanenti), ma anche di altri esponenti governativi e di leader dei movimenti ribelli;
 
3)      dopo l’incriminazione di al-Bashir da parte della Corte Penale Internazionale, 13 organizzazioni umanitarie internazionali che assistevano i rifugiati sono state espulse dal Darfur, aggravando una situazione già tragica;
 
4)      allo stesso modo, dopo la richiesta di l’arresto di al-Bashir, secondo il rapporto di Amnesty International 2010 sul Sudan, il Governo ha intensificato la repressione nei confronti di organizzazioni umanitarie, dei difensori dei diritti umani e degli oppositori politici, repressione che ha portato tra l’altro a più di 60 nuove condanne a morte – 54 emesse da Tribunali Speciali antiterrorismo.
 
5)      sempre secondo il Rapporto 2010 di Amnesty International nei campi di rifugiati in Darfur le violenze sulle donne, inclusi gli stupri, da parte delle milizie controllate dal Governo sudanese continuano in modo imperterrito.
 
Se a tutto ciò si aggiunge che, dopo 10 anni dalla ratifica, e nonostante numerose iniziative parlamentari, l’Italia non ha ancora adeguato la legislazione interna a quella della Corte Penale Internazionale (e dunque il nostro paese non sarebbe in grado di arrestare al-Bashir se si trovasse sul territorio italiano), la valenza politica di questo accordo diviene chiarissima, poiché il paese che più ha voluto la nascita della Corte Penale Internazionale adesso è il primo a legittimare politicamente il maggiore e più importante imputato di quella stessa istituzione.
 
Per queste ragioni ti chiedo di opporti alla ratifica di questo accordo, e di sostenere gli emendamenti che saranno depositati.
 
 
Matteo Mecacci
 
 


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