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"Ho letto le reazioni degli Ecodem PD e della Cisl alla mia posizione sulla soppressione dell'art. 45 della Manovra Tremonti. Sarà bene prevedere quanto prima un confronto pubblico con i sostenitori dell'eolico ad oltranza che difendono tecnologie non solo impattanti e inadatte all'Italia, ma anche inefficienti, se è vero che 4.850 MW  installati hanno realizzato solo il 14% del loro potenziale (6.076 GWh nel 2009). Perché? Perché sono stati messi dove non c'è vento a sufficienza, grazie anche alla speculazione indotta dal prezzo garantito dei Certificati Verdi. Le inchieste, che riguardano in primis l'associazione degli industriali del vento ANEV, i sequestri, gli arresti, le collusioni con la malavita organizzata, tutto ciò dovrebbe far riflettere gli oltranzisti in buona fede, almeno un pò.
In attesa di un confronto pubblico chiarisco quanto segue:
  1)   l'emendamento del Governo non mi piace; avrei preferito il testo originario che riduceva sic et sempliciter le bollette elettriche degli italiani; così invece si effettua un prelievo fiscale surrettizio e si crea un precedente tramite il quale nella bolletta della luce potrà essere infilata qualsiasi cosa (a cominciare ad esempio dal Canone RAI...); dire che la soppressione dell'articolo 45 non ha oneri per lo Stato è addirittura di cattivo gusto;
  2)   nessuno ha intenzione di abolire i Certificati Verdi (CV); sono stati rimessi semplicemente dove dovevano stare: nel mercato, soggetti alle leggi di mercato. Certamente si può (anzi si deve) discutere se renderli più appetibili aumentando la quota d'acquisto obbligatoria a carico dei produttori da fonti tradizionali, ma non si può invocare il mercato e poi chiedere una rendita di posizione, che favorisce la speculazione, i traffici loschi, la collusione;
  3)   non bisogna dimenticare che, a parte i CV, le tariffe per l'acquisto di energia elettrica da fonti rinnovabili sono in Italia le più alte d'Europa (circa il doppio) e riconosciute per molti più anni;
  4) nessuno intende mettere in discussione gli obiettivi di produzione di energia da fonte rinnovabile ma ricordo che la UE lascia liberi gli Stati su come raggiungere tali obiettivi;
  5) per quanto riguarda le rinnovabili industriali il valore da difendere non è la loro diffusione tout court, ma la loro efficienza ed un'attenta valutazione costi benefici per quel che riguarda il loro inserimento sul territorio; resto perplessa quando vedo un impianto eolico installato in luoghi con solo 900 ore di vento l'anno,  magari devastando il paesaggio in aree protette.