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Rai, Beltrandi: Prosegue la censura nei confronti dei terremotati abruzzesi dei radicali e di Pannella. La verità rende gli spiriti liberi, la menzogna invece ci condanna ad un carcere duro

6 luglio 2010

 

 
Dichiarazione di Marco Beltrandi, radicale, componente della Commissione di Vigilanza sulla Rai
Marco Beltrandi, deputato radicale, ha presentato due interrogazioni al direttore generale della Rai, Mauro Masi. Un ennesimo cahier de doleance che non muta nel tempo, avendo ad oggetto una consolidata denuncia: la pratica di una dura e sistematica censura, una informazione volutamente distorta per nascondere le inadeguatezze dell’intervento statale.
 
Questi i fatti: il 24 giugno i cittadini dell'Aquila hanno organizzato la seduta straordinaria del Consiglio comunale, innanzi la sede del Senato della Repubblica, su invito del Presidente del Consiglio stesso per concepire una ''mobilitazione permanente almeno fino a quando il resto del Paese non avrà compreso le difficoltà della situazione delle aree colpite dal terremoto del 6 aprile 2009''. Le difficoltà a comprendere degli italiani, derivano dall’informazione falsata fornita dalla Rai, in particolare dal direttore del Tg1 Minzolini, il quale ha deciso di non trasmettere notizie sulla mobilitazione generale del 16 giugno scorso, manifestazione a cui hanno partecipato migliaia di aquilani.
 
Radicali italiani ha quindi deciso di svolgere i lavori del proprio Comitato Nazionale, dal 2 al 4 luglio. Proprio in Abruzzo, sia a l’Aquila che ad Ovindoli, per dialogare sulle possibili soluzioni del “caso Abruzzo” con le istituzioni locali, di governo e di opposizione, e per denunciare la cancellazione dell’informazione radiotelevisiva sui problemi arrecati allea popolazione abruzzese in seguito al tremendo sisma che li ha colpiti nell’aprile dello scorso anno.
Anche in questa caso la Rai ha brillato per la totale assenza di informazione.
 
Dichiara Beltrandi: “Poiché domani si ripeterà la mobilitazione dei cittadini dell'area abruzzese, per gli stessi motivi del 24 giugno, innanzi alla Camera dei deputati e al Senato, sempre guidati dalle “istituzioni locali” - tanto care alla demagogia partitocratica e similfederalista -, cioè da sindaci e rappresentanti di enti locali abruzzesi democraticamente eletti, ho chiesto a Masi un intervento urgente per scongiurare l’ennesimo episodio censorio, per far conoscere agli italiani le condizioni di estrema difficoltà in cui versano gli abruzzesi. Continuare a far apparire risolti i problemi ancora neanche affrontati dall’esecutivo, come ad esempio la ricostruzione della città storica, è una falsificazione della realtà che deve essere conosciuta. La verità rende gli spiriti liberi, la menzogna invece ci condanna ad un carcere duro. Purtroppo è letteralmente così: l’unica ricostruzione fatta a l’Aquila è quella del carcere, noto per essere quello con il maggior numero di detenuti in 41 bis in Italia. Marco Pannella lo ha visitato, subito dopo i lavori del nostro comitato, ma la Rai lo ha puntualmente, quasi ovviamente direi, ignorato, in quanto il suo status di “non notiziabile” appare immutabile nel tempo perché capace di svelare gli inganni di regime”.
 
 
 
 
 
 
 


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