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Regione Lazio, Presidenza Commissione regionale di vigilanza sul pluralismo dell?informazione, la candidatura radicale fa la differenza nel metodo e nel merito

6 luglio 2010

 

Con una lettera inviata a tutti i colleghi i Consiglieri radicali Rossodivita e Berardo spiegano le ragioni di una scelta di competenza e trasparenza  
 
Nell’’imminenza dell’insediamento delle Commissioni del Consiglio Regionale del Lazio e delle relative presidenze, i Consiglieri della Lista Bonino-Pannella Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo hanno inviato una lettera a tutti i colleghi per spiegare le ragioni della candidatura radicale alla presidenza della III Commissione - Vigilanza sul pluralismo dell’Informazione che, per Statuto, deve essere presieduta da un consigliere dell’opposizione.
 
I consiglieri Rossodivita e Berardo così scrivono:
“Già nel corso della seduta del Consiglio Regionale del 3 giugno scorso, abbiamo pubblicamente, alla luce del sole, avanzato la candidatura di uno di noi, un Radicale della Lista Pannella-Bonino proponendola a ciascun gruppo politico e, individualmente, a ciascun consigliere. Abbiamo sperato che l’opposizione tutta convergesse su questa scelta, ma dinamiche interne ai singoli gruppi di opposizione ed ai rapporti tra alcuni di loro – alle quali non ci rassegneremo mai! – hanno fatto si che negli ultimi giorni, al di fuori delle sedi istituzionali, per accordi bilaterali, maturasse una candidatura interna al PD, con l’appoggio dell’IDV, nella persona del consigliere Francesco Scalia, contro la formalizzata candidatura Radicale. Niente di male, per carità, tutte le candidature dell’opposizione sono legittime e ciascun consigliere della Commissione, di opposizione e di maggioranza, nell’esplicazione del proprio libero mandato, potrà votare quel candidato che più gli aggrada, purché, come da Statuto, la commissione ne esca presieduta da un consigliere dell’opposizione.
 
E’ questione di metodo ed è questione di merito. Il metodo, anzitutto, è quello Radicale; fatto di scelte ed azioni trasparenti, che ci porta a confermare la candidatura già espressa nel corso della seconda pubblica seduta del Consiglio Regionale. Un metodo ‘altro’ – e sappiamo per certo che molti colleghi consiglieri la pensano come noi - rispetto a quello fatto di incontri riservati tra i vertici di alcuni gruppi ed attraverso i quali si ritiene di poter condizionare la vita dell’Istituzione, usurpandone le funzioni, cambiando il senso e la sostanza di una elezione in una investitura per nomina.
Come spesso accade poi – visto che i mezzi prefigurano i fini – ad un metodo ‘altro’, segue anche un merito ‘altro’. Ed il merito della nostra candidatura è il ‘merito’ di una storia, di una identità, che da sempre - da 60 anni e non certo da pochi mesi a questa parte – ha lottato, con lo strumento della nonviolenza e della legalità, per tentare di ottenere una informazione libera e plurale che garantisca ai cittadini il principio einaudiano del ‘conoscere per deliberare’ […]. Questa storia e questa esperienza segnano allora in pieno la differenza nel e del ‘merito’ delle due candidature in campo: una è la rappresentazione della storia, dell’esperienza, della coerenza di impegno di un intero movimento politico nel voler garantire una informazione plurale e libera; l’altra, al più, è una storia personale [...]â€


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