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No alla privacy del potere

• da America Oggi del 11 luglio 2010

di Stefano Vaccara

 

Dalla motivazione della Fnsi, il sindacato dei giornalisti, per lo sciopero di venerdì contro la “legge bavaglioâ€, si legge: “L’informazione è un bene pubblico, non è un privilegio dei giornalisti, né una proprietà dei padroni dei giornali e delle televisioni, né una disponibilità dei governi. E per i giornalisti non è uno sciopero tradizionale contro le aziende, ma un atto di partecipazione e di sacrificio della risorsa professionale per la difesa di un bene prezioso, dei cittadini, proclamato con un silenzio che vuol parlare a tutti.â€

 
Ci è voluto Berlusconi per far scioperare i giornalisti italiani non per un aumento ma per salvaguardare quel diritto all’informazione che non appartiene a loro e ai padroni dei media ma ai cittadini.

 
Anche per l’informazione italiana Berlusconi potrebbe diventare quel vaccino, come pensava di lui Indro Montanelli, per far guarire un sistema marcio. Berlusconi non ha inventato niente per addomesticare l’informazione alle volontà del padrone, ha avuto solo più soldi per allargare il suo potere grazie al sistema. Questo non è potuto avvenire solo per deficienza di leggi antitrust o sul conflitto di interesse, regole che anche se utili alla democrazia, non bastano a fermare il pugno del padrone in redazione. Bisogna che i giornalisti, dal direttore fino al più giovane dei cronisti, si sentano cittadini con nel cuore e nel cervello stampato il valore della responsabilità e dell’ etica del loro mestiere. Insomma che a scegliere di fare il giornalista siano uomini e donne e non tutti questi, come li avrebbe oggi definiti Sciascia, “piglia in culo†e “quaquaraquà†che, fatte le dovute eccezioni, affollano la corporazione.

 
Berlusconi ne ha subito sparata una delle sue, per far sentire al suo popolo chi davvero comanda. Perché l’italiano ha sempre bisogno di capire chi sia il più forte, in modo da prostrarsi al “vincitore†fino al minuto prima di applaudire allo spettacolo del potente ormai ex appeso a testa sotto. Secoli di Franza o Spagna basta che se magna, hanno lasciato certe caratteristiche...

 
Dunque, Berlusconi ha detto che la libertà di stampa, come diritto assoluto, non esiste. Lo ha detto sabato, all'indomani dello sciopero dei giornalisti, attaccando “la stampa di sinistra†e accusandola di “mettere il bavaglio alla veritàâ€. Parlando ai suoi Promotori della Libertà, il capo del governo ha detto che i giornali “mettono il bavaglio alla libertà, disinformano, non solo distorcono la realtà ma calpestano in modo sistematico il sacrosanto diritto dei cittadini alla privacyâ€. E quindi, bisogna ora “togliere il bavaglio alla libertàâ€. “Quel bavaglio che le è stato imposto da una stampa schierata con la sinistra e pregiudizialmente ostile al governo. Una stampa che disinforma, che non solo distorce la realtà, ma calpesta in modo sistematico il sacrosanto diritto dei cittadini alla privacy, invocando per sè la 'libertà di stampa' come se si trattasse di un diritto assoluto. Ma in democrazia non esistono diritti assoluti, perchè ciascun diritto incontra sempre un limite negli altri diritti prioritariamente ed egualmente meritevoli di tutelaâ€.

 
Bravissimo. Non fa proprio una grinza. È geniale con questi continui appelli alla “privacy†degli italiani che rischiano di vedersela spiattellata nelle pagine dei giornali di “sinistraâ€. Ma forse proprio così geniale non lo è, dato che è facile smontare la leggenda del Cavaliere senza paura che lotta per difendere la privacy degli italiani: basterebbe che nel ddl sulle intercettazioni del ministro Alfano siano copiate, nel senso e nello spirito, certe sentenze della Corte Suprema degli Stati Uniti in materia di diritto alla privacy e salvaguardia del “First Amendmentâ€, in cui si riafferma sì il valore della privacy, ma per quei cittadini come lo siamo tutti noi, ma che invece la limitano quando la stampa si occupa di personaggi pubblici, quando scrive dei potenti al potere.

 
Ecco la democrazia Usa che proprio Berlusconi diceva di sostenere ancor prima di sapere quello che avrebbe fatto. Qui non c’è “privacy†che possa fermare la stampa dal pubblicare sul potente quello che sa (ad essere eventualmente punito negli Usa è solo il funzionario pubblico che rilascia l’informazione...).

 
Il cosiddetto Popolo della libertà lotti per una legge che difenda la sua di privacy, ma non quella di chi ha delegato alla responsabilità di governare.


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