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Venezia capitale dell'idrogeno

• da Il Sole 24Ore del 13 luglio 2010

di Jacopo Giliberto

È partita la prima centrale elettrica a idrogeno del mondo, con una potenza di16 megawatt totali e un investimento complessivo di circa 45 milioni di euro. Produrrà energia per 20mila famiglie. Sul bordo della laguna di Venezia, sulla spianata gialla di salsedine dove sono sparsi, come pedine del monòpoli, impianti industriali di taglia colossale, ieri l'Enel ha inaugurato la centrale elettrica alimentata con l'idrogeno che esce dal cracking dell'etilene della Polimeri Europa (Eni), la grande torre che quattro chilometri più in là distilla la virgin naphta portata dalle petroliere per ricavarne materie prime perla plastica. È la prima centrale di dimensioni industriali, perché nel mondo c'è già qualche giocattolino sperimentale. Questa invece è grande, con la sala di controllo, la turbina a idrogeno, il ciclo combinato del vapore: una centrale vera. Quando brucia, l'idrogeno (H) si combina con l'ossigeno dell'aria (02) e l'unico fumo che emette è acqua distillata (H20). E a fianco della grande centrale Enel da mille megawatt che brucia carbone e immondizia (70mila tonnellate di spazzatura l'anno trasformate in chilowattora). Ieri la centrale a idrogeno è stata inaugurata da Fulvio Conti, amministratore delegato dell'Enel, e da Luca Zaia, presidente del Veneto. Conti ha ricordato che entro la fine del mese sarà avviata con le banche la procedura per la quotazione dell'Enel Greenpower, quotazione prevista in ottobre; ha annunciato che entro la primavera dell'anno venturo-ottenutele autorizzazioni di un ministero dello Sviluppo economico orfano del ministro - partirà il cantiere per rifare la centrale polesana di Porto Tolle. La centrale sulla punta del delta del Po oggi è ferma: bruciare olio combustibile è troppo caro. Quando sarà ricostruita per funzionare con il carbone («carbone pulito», assicura Conti), non emetterà anidride carbonica, che sarà pompata nel sottosuolo dell'Adriatico. «Abbiamo già individuato le aree geologicamente idonee», afferma Sauro Pasini, capo della ricerca dell'Enel. Il suolo sotto il fondo del mare è perfettamente conosciuto: da mezzo secolo l'Eni ha trivellato tutto l'Adriatico alla ricerca del metano ed è stata analizzata nel dettaglio ogni più piccola struttura geologica. E quelle ideali per immagazzinarvi a basso costo l'anidride carbonica sono a una trentina di chilometri al largo di Venezia. Quando la nuova centrale di Porto Tolle partirà, fornirà quella quindicina di miliardi di chilowattora che mancano al Veneto per essere indipendente dal punto di vista elettrico. E l'autosufficienza energetica che si prevede a partire dal 2016 è la motivazione con cui Zaia, Lega Nord, ha escluso in modo categorico che mai e poi mai in Veneto si costruirà una centrale nucleare. Svapora l'ipotesi di realizzare un impianto atomico a Chioggia. Nella zona di Marghera-Fusina, che fu il polo a maggiore concentrazione industriale d'Europa, il petrolchimico fatica a trovare una destinazione definitiva. L'Alcoa, il vicino di casa della centrale elettrica, è appena uscita dalla minaccia di una chiusura definitiva; lo stabilimento del Pvc è ancora nella tempesta dopo le vicende Ineos e Vinyls. L'Enfi produce anche idrogeno. E solamente questa disponibilità ha reso possibile realizzare a costi ragionevoli una centrale alimentata con questo elemento. Nessun altro ne costruisce perché, come ricorda l'amministratore delegato Conti, l'energia necessaria per estrarre l'idrogeno è più dell'energia che l'idrogeno restituirà bruciando, e quindi ha un ciclo energetico ed economico passivo. Qui nel polo industriale veneziano invece è possibile a costi ragionevoli perché l'idrogeno c'è già. Un po' più caro del metano, ma quanto basta per trasformare l'area industriale veneziana nel polo mondiale dell'idrogeno. Un polo inventa ma si scontra con la realtà italiana. C'è il battello a idrogeno: non può navigare ed è sempre ormeggiato a coprire di alghe la chiglia, perché non c'è legislazione che omologhi il motore alimentato con questo combustibile.



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