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Cappato: Formigoni si è affidato a metodi banditeschi: si deve dimettere

14 luglio 2010

 

  • Dichiarazione di Marco Cappato, Lista Bonino-Pannella
 
Non spetta a me dire se le telefonate riportate nell'ordinanza applicativa della custodia cautelare relativa alla cosiddetta P3 e che evidenziano il tentativo del Presidente Formigoni di intervenire presso la Corte d’appello di Milano per far respingere il ricorso radicale rappresentino prova di reati, quali e da parte di chi. Certamente si tratta di conversazioni nelle quali l'interlocutore in contatto con Formigoni si esprime in modo offensivo nei confronti di giovani magistrati ripetutamente insultati in ragione della loro pretesa di non essere sensibili alle pressioni esercitate, con la consapevolezza di Formigoni, a favore di Formigoni stesso.
Se il Presidente della Lombardia Roberto Formigoni avesse senso dello Stato e delle istituzioni dovrebbe rendere conto del fatto di aver scelto, contro il ricorso radicale della Lista Bonino-Pannella, di affidarsi non alle sole armi del diritto e dei fatti, ma di “far camminare” (espressione di Formigoni, stando alle intercettazioni) oscuri figuri impegnati in metodi goffamente banditeschi. Al di là di qualsiasi profilo penale, il Presidente della Regione Lombardia dimostra di avere mentito durante quei giorni cruciali delle decisioni giudiziarie sull’ammissione della sua lista, quando diceva di non chiedere nulla di meglio che l’accertamento della verità. Un Presidente di Regione –la più popolosa regione italiana- al potere ininterrottamente da 16 anni che cerca di sfruttare la propria influenza per condizionare il corso della giustizia diventa un pericolo per la democrazia e lo stato di diritto. Del resto, è proprio questa la ragione della norma che limita a due i mandati consecutivi per un presidente di Regione, norma che Formigoni ha scelto di ignorare in modo evidentemente pericoloso per se stesso oltre che per tutti i lombardi.
Sarebbe infine utile sapere se per gli ulteriori ricorsi e giudizi, evocati nelle intercettazioni da un collaboratore di Formigoni (“non si esclude che si debba andare in sedi successive”), il Presidente Formigoni abbia ritenuto di avvalersi delle stessi servizi e servizietti risultati in prima battuta infruttuosi contro i giudici della Corte d’appello.


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