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I veleni industriali e politici della Basilicata: Dichiarazione di Elisabetta Zamparutti

15 luglio 2010

 

Dichiarazione di Elisabetta Zamparutti, Deputata radicale
 
 
Ritornata da Potenza, dove ho presentato con Maurizio Bolognetti il dossier sui veleni ambientali e politici della Basilicata, ho ricevuto ieri una telefonata del tenente Giuseppe di Bello che mi informava di aver appena ricevuto la notifica dalla Provincia di Potenza di una contestazione di addebito a fini disciplinari: il fatto di essere sotto processo ne farebbe una persona con “grave incapacità ad adempiere adeguatamente agli obblighi di servizio”!
Ho sentito nella sua voce la stessa indignazione di Bolognetti quando, nel marzo 2010, mi raccontava di come la procura di Potenza lo avesse convocato per conoscere la sua fonte sulla vicenda dell’inquinamento delle dighe e al termine dell'interrogatorio, disponeva un decreto di perquisizione e sequestro della sua abitazione, che è anche sede dell'associazione Radicali Lucani.
Ho vissuto anch’io il loro sgomento di fronte alla solerzia di una magistratura che, tace sui vari esposti sulla Val Basento, Fenice, Tito Scalo e procede per “rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio” nei confronti di chi, con indubbio coraggio ed anche senso civico, acquisisce, a proprie spese, e divulga dati sull’inquinamento delle acque degli invasi lucani ad uso potabile e di irrigazione.
Perché non si capisce quale segreto sia stato violato se la Convenzione di Aarhus (ratificata in Italia con la legge 16 marzo 2001 n. 108) all’articolo 1 sancisce il diritto dei cittadini al libero accesso alle informazioni, alla partecipazione ai processi decisionali e all’accesso alla giustizia in materia ambientale.
Sotto processo dovrebbe semmai esserci chi non ha tempestivamente acquisito e reso noti i dati sull’inquinamento del Pertusillo. Solo di recente, a fronte di un’impressionante moria di pesci e con la proliferazione di alghe rosse, il direttore dell’Arpab, Vincenzo Sigillito, ha parlato di “un’eccessiva concentrazione di azoto e fosforo nelle acque dell’invaso”, spingendosi a fare anche alcune ipotesi: “una delle cause di questa eccessiva concentrazione potrebbe essere la presenza di depuratori non funzionanti o fuorilegge per i quali si sta procedendo ad acquisire tutti gli elementi necessari per avere il quadro di riferimento generale sott’occhio…”
Io, da parlamentare eletta in Basilicata, esprimo tutto il mio sostegno a Bolognetti e di Bello e chiedo ai miei colleghi parlamentari lucani, di maggioranza e opposizione, di esprimersi su questa vicenda. Sono però convinta che l’esito felice della loro vicenda processuale non può prescindere da quanto documentato nel dossier presentato lunedì scorso e per questo è necessario un confronto, magari per smentire quanto riferito.
Le associazioni ambientaliste, i comitati, i singoli cittadini si espongano!
Dalla “nostra” parte potrà non esserci lo stato di diritto italiano e lucano ma sicuramente ci sono i principi internazionali che riconoscono il sopra menzionato diritto al libero accesso alle informazioni in materia ambientale (art. 1) e a diffondere (art. 5) immediatamente e senza indugio, in caso di minaccia per la salute umana o per l'ambiente, tutte le informazioni in possesso delle autorità pubbliche che consentano a chiunque possa esserne colpito di adottare le misure atte a prevenire o limitare i danni derivanti da tale minaccia.
 

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