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Obiezione di coscienza: Senatori Radicali chiedono a Giovanardi parere su creazione registro nazionale promossa dal Movimento degli obiettori nonviolenti

15 luglio 2010

 

Alla vigilia del dibattito sulla proroga del finanziamento delle missioni internazionali i Senatori Radicali Marco Perduca e Donatella Poretti, eletti nelle liste del Pd, hanno presentato oggi un'interrogazione a risposta scritta al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alle Politiche della Famiglia, della Droga, e del Servizio Civile Nazionale, Carlo Giovanardi per conoscere quale siano gli orientamenti del Dipartimento da lui retto in merito alla richiesta della creazione di un albo degli obiettori di coscienza al centro di un'iniziativa del movimento degli obiettori nonviolenti. "Troppo spesso si pone l'enfasi sulla necessitĂ  di interventi militare, e non necessariamente di estrema ratio, mentre si dimentica che per il consolidamento della pace occorrono investimenti civili di pari entitĂ , in preparazione di proposte legislative in merito ai corpi civili di pace, riteniamo che occorra far sapere agli italiani quanti siano stati negli anni gli italiani che abbiano affermato le proprie convinzioni obiettando alla leva obbligatoria".
 
FAX-SIMILE DELLA LETTERA PER LA CREAZIONE DI UN REGISTRO DEGLI OBIETTORI DI COSCIENZA
 
On. Ministro Sen. Carlo Amedeo Giovanardi,
come Le è ben noto, la legge 230 del 1998 all’art. 1 recita:
I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nell’esercizio del diritto alle libertà di pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, opponendosi all’uso delle armi, non accettano l’arruolamento nelle Forze armate e nei Corpi armati dello Stato, possono adempiere gli obblighi di leva prestando, in sostituzione del servizio militare, un servizio civile, diverso per natura e autonomo dal servizio militare, ma come questo rispondente al dovere costituzionale di difesa della Patria e ordinato ai fini enunciati nei “Principi fondamentali” della Costituzione.
Ora è vero che per la Legge 14 novembre 2000, n. 331 il servizio di leva è stato sospeso; ma esso non è stato soppresso, perché la Costituzione (art. 52) non ammette la soppressione. Quindi, restando questo obbligo potenzialmente sempre incombente sulla vita nazionale, non possono essere soppressi i corrispondenti elenchi delle persone soggette al servizio di leva né quello degli obiettori degli anni passati. Infatti la stessa legge 230/1998 recita all’Art. 13:
1. Tutti coloro che abbiano prestato servizio civile ai sensi della presente legge… sono soggetti… al richiamo in caso di pubblica calamità.
2. L’Ufficio nazionale per il servizio civile tiene apposito elenco dei cittadini soggetti a richiamo ai sensi del comma 1….
4. In caso di guerra o di mobilitazione generale, gli obiettori di coscienza che prestano il servizio civile o che, avendolo svolto, siano richiamati in servizio… sono assegnati alla protezione civile ed alla Croce rossa.
Tutto ciò affinché lo Stato abbia l’elenco complete di coloro che sono richiamabili (che siano obiettori o no) per una eventuale difesa della Patria da ogni calamità pubblica. Quindi presso l’UNSC esiste per legge un elenco degli obiettori italiani alla Guerra per motivi di coscienza. Infatti Lei, a norma della legge 2 Agosto 2007 n. 130 cancella chiunque degli 800.000 obiettori di coscienza della storia italiana glielo chieda. Le chiedo di renderlo pubblico, essendo l’obiezione alla Guerra un atto pubblico.
Inoltre, in questo periodo in cui il servizio di leva è sospeso, lo Stato ignora quali siano, tra le persone potenzialmente richiamabili nel caso di una emergenza bellica o di pubblica calamità, gli obiettori e quali non (lo stesso vale per tutti quelli che nel passato sono stati esonerati dal servizio di leva per i motive i più vari; ad es., ammogliato con prole). Ciò è grave perché nel caso di una mobilitazione generale lo Stato non potrà dare ai milioni di persone coinvolti il tempo adeguato per decidersi tra l’obiezione e non, né tanto meno potrà dare alla sua burocrazia il tempo sufficiente per registrare tutte le opzioni compiute; che negli ultimi anni della effettuazione del servizio di leva ammontavano a quasi la metà dei giovani interessati; quindi un numero tale da mettere a durissima prova il lavoro ordinario di qualsiasi ufficio. Ne andrebbe della efficacia della mobilitazione, con grave danno per la risposta che lo Stato dovrà effettuare.
Quindi ai fini di una minima efficienza della difesa della Patria, sia quella armata, che non può essere intralciata da un referendum all’ultimo momento, sia quella non armata (dichiarata equivalente dalle sentenze della Corte Costituzionale, ad es. la 228/04), che non può essere improvvisata in ventiquattr’ore e alla quale noi vogliamo contribuire con azioni nonviolente, occorre avere preventivamente chiare le potenzialità di ambedue i tipi di difesa, compilando anno per anno l’albo degli obiettori di coscienza.  
D’altra parte ritengo che debba essere possibile entrare nell’elenco degli obiettori, alla pari di come è possibile uscirne; in quanto varie sentenze della Corte Costituzionale e la legislazione vigente in Italia sulla difesa alternativa a quella militare riconoscono il diritto soggettivo dell’obiettore di essere riconosciuto come tale su semplice domanda allo Stato; e ciò anche per l'art. 9 (libertà di espressione del pensiero) in "combinato disposto" con l'art. 14 (principio di non discriminazione) della CEDU; quindi ritengo un diritto inalienabile di coscienza il dichiararsi obiettore davanti allo Stato e ritengo un dovere dello Stato registrare questa decisione nell’apposito albo gestito dall’UNSC. E poiché tutti possono contribuire ad una difesa civile non armata e nonviolenta non ritengo un ostacolo all’iscrizione all’albo degli obiettori l’essere al di fuori della fascia d’età prevista per la mobilitazione armata, o l’essere donna o l’avere lo status di religioso; infatti la difesa non armata si basa sulla solidarietà di tutti coloro che vogliano contribuire ad essa volontariamente..
 


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