Un voto non larghissimo, ma il disegno di legge è passato e diventa un fatto storico. Il Senato argentino approva la .proposta della presidente Kirchner di «riconoscere i matrimoni gay». Sono servite più di 15 ore di dibattito in aula, ma alla fine, con 33 senatori a favore e 27 contrari, il progetto è passato. Si tratta del primo caso nell'intera America Latina. Un passo destinato a modificare anche il codice civile. Un esempio anche per gli Usa di Obama che su questa materia molto controversa lasciano ancora la libertà di scelta ai singoli Stati. «La società argentina è cambiata: ci sono dei nuovi modelli familiari - ha detto il capogruppo dei radicali al senato Gerardo Morales - questa legge è pensata per tutelare i diritti dei più deboli». Gli fa eco Miguel Pichetto, capogruppo del partito di governo: «E un giorno storico perché è la prima volta che si vota per una legge a favore delle minoranze». «E' un passo positivo in difesa dei diritti delle minoranze in Argentina», ha subito dichiarato la Kirchner, in visita in Cina. Da dove, l'altro ieri, aveva ribattuto sarcasticamente al cardinale Jorge Bergoglio che aveva parlato di «guerra di Dio», avvertendo: «Mi sembra che siamo tornati all'epoca delle Crociate e dell'Inquisizione». E in effetti il cammino per l'approvazione della legge è stato caratterizzato da un duro scontro tra i settori ultraconservatori guidati dalla Chiesa cattolica e il governo peronista. Nella nuova organizzazione della società civile e nei documenti la formula “marito e moglie” verrà sostituita dal termine “i contraenti”, e le coppie gay regolarmente sposate potranno adottare bambini, avere accesso a sicurezza sociale e congedo familiare. L'Argentina si è aggiunta agli altri 9 paesi della comunità internazionale che già riconoscono il matrimonio gay: Olanda, Belgio, Spagna, Canada, Sudafrica, Norvegia, Svezia, Portogallo e Islanda. Negli Stati Uniti il matrimonio gay non riconosciuto dal governo federale è però praticato in 5 Stati.